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    Un pezzo di storia italiana a Gran Canaria

    Il sentimento (derivato dal latino sentire, percepire con i sensi) è quello stato d’animo ovvero una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni e che presenta una minore incisività rispetto alle passioni.

    Ma il sentimento, se non è manifestato con l’azione che informi dell’evento che ha suscitato questo stato interiore, resta soltanto un fenomeno personale che muore con noi stessi.

    Allora, perché ciò non accada, perché il fatto non venga dimenticato, è necessario ricorrere al potere della  testimonianza.

    Quindi, testimoniare per non dimenticare!

    Negli ultimi anni dell’Ottocento il Regno d’Italia fu afflitto da una notevole emigrazione di massa, nel corso della quale milioni di contadini si trasferirono nelle Americhe e in altri stati europei.

    Il fatto (13 settembre 1988, giovedì) e il monumento marmoreo

    La costruzione del nuovo porto marittimo (oggi porto “La Luz”) che sostituì il vecchio molo di San Telmo a Las Palmas, situato sulla riva destra della foce del barranco della Guiniguada, iniziò nel 1883, cioè cinque anni prima del naufragio.

    Il transatlantico “Sud America” era una nave italiana di 1.258 tonnellate (dato desunto dal Regio Registro Navale) appartenente alla flotta di “La Veloce” di Genova, con 260 passeggeri, 69 membri dell’equipaggio e 700 tonnellate di carico in transito da Buenos Aires a Genova, il suo porto di base. I passeggeri erano costituiti principalmente da italiani che stavano tornando in Italia, portando con sé i guadagni di anni di duro lavoro per assicurare alla propria famiglia e a se stessi quel tenore di vita che potesse ripagarli per le sofferenze e spesso umiliazioni che dovettero sopportare per ottenerli.


    Ma sul destino di alcune di queste persone era scritto che questo evento, per loro, non avrebbe avuto luogo.

    Alle 6 del mattino del 13 settembre 1888, il transatlantico italiano “Sud America”​​, fece la manovra di ormeggio per sbarcare e far salire a bordo passeggeri nella baia di Las Palmas, quando fu speronato a prua dalla nave a vapore francese della SGT (Société Générale Transatlantique) di Le Havre “La France” di 4.575 tonnellate che in quel momento aveva lasciato lo stesso ancoraggio per continuare il viaggio verso Rio de La Plata con oltre 1.300 tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

    La nave italiana affondò rapidamente in quindici metri d’acqua, lasciando fuori dal mare solo la punta dei suoi 4 alberi, a meno di 600 metri dalla spiaggia.

    Il primo ufficiale Tommaso Gallucci perse la vita e con lui altri 4 membri dell’equipaggio e 74 passeggeri.

    Tra questi c’erano i 12 membri dell’equipaggio della barca a vela “Minerva” sopravvissuti al naufragio della loro piccola goletta, che era affondata al largo della costa del Brasile e che a loro volta venivano rimpatriati dal “Sud America”.

    Il destino questa volta non gli concesse una seconda possibilità.

    Il “Sud America” ​​era sotto il comando del capitano Carlo Bertora e, grazie al suo comportamento da ottimo capitano qual era, non ci fu rimpianto per maggiori perdite umane.

    Il primo ufficiale Gallucci morì cercando di salvare un passeggero che si aggrappava disperatamente ad un tavolo che galleggiava tra i relitti.

    Quando il capitano Bertora fu messo in salvo, sia i sopravvissuti che molti pescatori e marinai di Las Palmas che avevano collaborato alle operazioni di soccorso espressero la loro gratitudine per ciò che aveva fatto per i naufraghi.

    Nell’antico cimitero di Gran Canaria di San José, nell’omonimo quartiere, nel 1892 fu eretto un monumento in commemorazione del doloroso evento nel quale l’Italia è rappresentata da una giovane donna dall’espressione triste con la testa coronata di torri e di muraglie (l’Italia turrita) che indica una corona di alloro in ricordo di tutte le vittime della tragedia, al cui interno vediamo l’iscrizione “AI SUOI FIGLI”.

    Al di sotto della corona una lapide poggiata a terra che porta la scritta “LA CARITÀ DELLA PATRIA LONTANA”.

    Il nostro console onorario d’Italia, Carlos De Blasio, ha voluto ricordare questo tragico evento con una cerimonia commemorativa che si è tenuta all’interno dello stesso cimitero di Las Palmas, nel quartiere di San José, giovedì 13 settembre 2018.

    Lo spirito di tale riunione era quello della testimonianza, rievocare ancora una volta quell’evento drammatico che colpì 130 anni fa la marineria e il popolo del nostro Paese e questo per non dimenticare!

    Non dimenticare l’evento e, necessariamente, tutto il contorno delle azioni e questioni che si sono successivamente sviluppate, come la solidarietà del popolo spagnolo che si prestò ammirevolmente per il soccorso, la situazione imbarazzante con la Francia, che non voleva cedere nei confronti dell’Italia, anche per la difficile situazione politica, anche mentendo su alcuni fatti riguardanti lo svolgimento dell’incidente, il destino avverso degli uomini e comunque, sempre, alla fine, dover chinare il capo davanti all’ineluttabilità delle cose che la nostra breve vita spesso ci offre.

    Alla cerimonia hanno partecipato alcune autorità spagnole:

    • il vicepresidente del Governo canario, Pablo Rodriguez,
    • il Presidente dell’Autorità Portuaria di Las Palmas, Juan José Cardona,
    • il Presidente dell’Associazione dei collezionisti marittimi, José Juan Rodriguez.

    Altresì alla cerimonia, dalla parte italiana, al seguito del console Carlos De Blasio, ha partecipato il Presidente dell’A.P.I.C.E. (Associazione Pensionati Italiani e Connazionali all’Estero), Giuseppe Bucceri, che è stato accompagnato da una rappresentanza formata da alcuni associati che hanno voluto presenziare alla cerimonia e dall’Ufficio Stampa di LeggoTenerife.

    Tutte le Autorità hanno esposto il loro pensiero, iniziando dal Console italiano, successivamente le Autorità spagnole.

    Dopo i discorsi delle autorità, sono stati solennemente deposti dei fiori ed è stato lasciato qualche minuto ai presenti per le proprie riflessioni personali.

    La cerimonia ha quindi trovato la sua giusta conclusione con il canto della signora Rosanna Ciulli,

    anche lei membro dell’Associazione A.P.I.C.E., che ha intonato magistralmente l’Ave Maria.

    Sono quindi seguiti i saluti da ambo le parti, i consueti commenti sull’evento e non, insomma il solito simpatico chiacchiericcio che conclude ogni cerimonia che si rispetti.

    Un ringraziamento al nostro console onorario Carlos De Blasio, promotore di questa iniziativa, un ringraziamento alle Autorità spagnole che hanno accettato l’invito a partecipare e lo hanno fatto con vero sentimento di amicizia e rispetto nei confronti del nostro Paese e, infine, un ringraziamento al Presidente dell’A.P.I.C.E., Giuseppe Bucceri per aver voluto partecipare a questa commemorazione e per averci reso consapevoli anche di questo pezzo di storia italiana che è avvenuta a 3.000 km dalla nostra Madre Patria, a Las Palmas de Gran Canaria.

    Stefano Dottori

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