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    La rivoluzione della chirurgia ricostruttiva e implantare: la chirurgia guidata

    La tecnologia al servizio del piacere di lavorare.

    L’errore umano è infrequente in chi poggia il proprio lavoro su basi solide di preparazione e esperienza ma tuttavia resta una possibilità, remota ma reale.
    I chirurghi sanno che, fra il prima e il dopo di un bisturi sono sempre possibili delle sorprese.
    Non è un caso che molti chirurghi suonino, dipingano, facciano teatro…
    Senza un elemento creativo e irrazionale mancherebbe l’attitudine stessa a “vedere” soluzioni in corso d’opera, così come la capacità di guardare una ferita e vedervi la guarigione.
    Di fatto, la tecnologia è un grandissimo amico della creatività perché consente di rendere millimetricamente precisa la realizzazione di un progetto.
    Elementi come la conoscenza della densità ossea, sono essenziali per la corretta riuscita di un intervento, sia implantologico che ricostruttivo.
    Sto veramente godendo del piacere di lavorare con il mio nuovo 3D che, in abbinamento con il radiografico 2D, mi offre tre diversi elementi di miglioramento dello standard del mio lavoro.
    La certezza a monte dello spessore e della densità dell’osso riduce al minimo la necessità di prendere decisioni veloci una volta iniziato l’intervento, la guida chirurgica, ossia la possibilità di collegare attraverso un software il piano di trattamento digitale e quello reale, garantisce un continuo controllo in tempo reale e una grande precisione di esecuzione.
    La pianificazione e il posizionamento alleggeriti di qualsivoglia margine di errore anche minimo, comportano una riduzione drastica della invasività e della durata dell’intervento, garantendo tempi e modi di guarigione estremamente favorevoli al benessere del paziente e al successo del trattamento protesico successivo.
    Si sa che gli uomini amano spendere in tecnologia quanto le signore in gioielleria, però nel caso di uno strumento utile e meraviglioso come questo, anche le mogli più rigorose sono certo che chiuderanno un occhio.
    Dott. Alessandro Longobardi

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