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    L’eutanasia in Spagna

    Il 25 giugno 2021 è entrata in vigore in Spagna la Legge Organica 3/2021 che regola l’Eutanasia (LORE). Il punto della situazione. 

    Questa legge fa della Spagna il quarto Paese europeo a depenalizzare l’eutanasia e il suicidio assistito, e il primo a farlo con un sistema di controllo preliminare alla sua applicazione, attraverso la supervisione caso per caso da parte di una Commissione di Garanzia e Valutazione.
    L’eutanasia è l’azione diretta e intenzionale che pone fine alla vita di una persona, per sua espressa volontà, al fine di evitare sofferenze che non possono essere alleviate con altri mezzi, in condizioni che la persona stessa ritiene accettabili.
    In cosa consiste l’assistenza al morire?
    L’eutanasia o assistenza in fin di vita è un servizio sanitario finanziato con fondi pubblici che consiste nel fornire i mezzi necessari a una persona che ha espresso il desiderio di morire.
    Se desiderate esercitare questo diritto e richiedere la prestazione di assistenza in fin di vita, dovete farne richiesta seguendo rigorosamente la procedura e le garanzie stabilite dalla legge.
    Il processo inizia con la richiesta al medico curante e termina con la decisione della Commissione canaria di garanzia e valutazione della prestazione di aiuto in caso di morte.
    L’intenzione del legislatore è quella di garantire ai cittadini che i requisiti stabiliti dalla legge saranno sempre rispettati e che l’autorizzazione all’eutanasia o al suicidio medicalmente assistito – a seconda della scelta della persona – sarà soggetta a una supervisione amministrativa prima della sua applicazione e non a posteriori, come in Paesi precedenti come Olanda, Belgio e Lussemburgo.
    I requisiti per accedere all’eutanasia o al suicidio assistito sono: essere cittadini spagnoli o residenti da almeno 12 mesi, avere almeno 18 anni, richiederlo con piena capacità per due volte, con un intervallo di 15 giorni, o averlo richiesto in un documento di direttive anticipate o istruzioni preventive se la persona ha già perso la capacità, e avere tutte le informazioni sulle possibili alternative nel proprio caso.
    Per quanto riguarda il contesto, la persona deve trovarsi in una situazione di malattia grave in fase avanzata con grandi sofferenze fisiche e/o psicologiche o in una situazione di sofferenza grave, cronica e inabilitante, che comporti gravi limitazioni nella vita quotidiana e senza possibilità di miglioramento apprezzabile.
    La richiesta della persona sarà valutata prima dal suo medico curante e poi da un medico consulente specializzato nella patologia principale.
    Successivamente, sarà trasmessa alla Commissione di garanzia e valutazione, che prenderà la decisione finale.
    Il controllo della Commissione è stato stabilito su base territoriale, in modo che ogni governo autonomo abbia la propria commissione, che deve esaminare e autorizzare o negare caso per caso, sulla base dei due precedenti rapporti medici.
    Questa procedura rallenta il processo, ma gli conferisce maggiore certezza giuridica.
    Differenze tra le regioni
    Dopo un anno di applicazione della LORE, la situazione era molto diversa nelle diverse regioni della Spagna: alcuni governi regionali hanno ricevuto e risolto a malapena le prime domande, mentre altri stanno applicando la legge in modo corretto e rapido.
    Aspetti ideologici e politici influenzano l’attività sia degli operatori sanitari, che non sono disposti a rispondere a queste richieste o per “obiezione di coscienza”, o per convenienza o perché obbediscono alle “istruzioni” ricevute, sia delle stesse Commissioni di Garanzia, alcune delle quali sono già ideologicamente di parte nella loro composizione.
    Tutto questo porta al blocco e alla paralisi delle pratiche, a danno dei pazienti che non vedono accolte le loro legittime richieste e vengono abbandonati nella loro sofferenza.
    Ad oggi, non esiste un rapporto annuale per tutta la Spagna che raccolga le cifre complessive; quando verrà alla luce, saremo in grado di identificare chiaramente questa disuguaglianza tra le comunità autonome.
    Allo stesso modo, nel primo anno, sono sorte difficoltà nell’interpretazione della legge in base al contesto e alla situazione di ciascun caso, con problemi che si presentano, ad esempio, nella valutazione del livello di sofferenza, nell’identificazione e nella valutazione delle “limitazioni” che la malattia genera nella persona, nella ponderazione della sofferenza nei disturbi mentali, nell’accettabilità del rifiuto di alternative o nelle richieste di persone con pluripatologia – senza una diagnosi unica ed evidente – in un contesto di cronicità e fragilità.
    Tutti questi elementi sono fonte di apprendimento per i professionisti e anche per la Commissione per le Garanzie, generando documenti di riflessione e analisi, che forniscono indicazioni sia ai professionisti che ai cittadini.
    La Catalogna è ancora una volta pioniera nell’applicazione di questa legge, che riconosce il diritto di un cittadino sotto forma di servizio del sistema sanitario, il diritto di decidere quando e come morire in un contesto di grande sofferenza, che non è più disposto a sopportare, e quindi chiede aiuto ai professionisti.
    La risposta dei professionisti è stata molto buona e positiva, comprendendo che accompagnare la persona in questo processo di richiesta di morte fa parte del loro lavoro anche nell’aspetto più umano di empatia con la sofferenza, e dobbiamo essere orgogliosi di questa disponibilità.
    Da parte sua, anche l’Amministrazione sta facendo un ottimo lavoro, avendo sviluppato a tempo di record un intero sistema per gestire le richieste in tempi rapidi, e per rispondere con la massima solerzia, ma allo stesso tempo con il rigoroso rispetto dei requisiti previsti dalla LORE.
    Dal punto di vista della bioetica, continuiamo a fare progressi nel rispetto dell’autonomia della persona, anche alla fine della vita!
    Bina Bianchini

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