L’inquinamento atmosferico è un vero e proprio danno alla salute.
A maggior ragione se si considera che, recentemente, uno studio dell’Università di Chicago lo ha additato come uno dei principali responsabili dei tumori testa-collo, che comprendono lingua, laringe organo della voce, ghiandole salivari e cavità nasali.
Entrando nel dettaglio dello studio dell’università americana, i ricercatori hanno incrociato i dati del registro tumori dell’Illinois, dal 2014 al 2018, con i codici postali di residenza dei pazienti con tumori testa-collo.
Per determinare il livello d’inquinamento delle singole aree i ricercatori hanno utilizzato le mappe dell’Agenzia per la protezione ambientale statunitense.
I risultati hanno mostrato un rischio 2,5 volte maggiore di tumori testa-collo, in particolare del cavo orale e faringeo, nelle persone con un’età superiore ai 65 anni, residenti nelle aree con alti livelli di particolato diesel sprigionato in gran parte dal traffico.
“Questo studio rafforza l’ipotesi dell’esistenza di una correlazione diretta tra incremento dei valori di inquinamento e tumore testa-collo, e questa associazione va considerata con estrema attenzione”, spiega Stefano Bondi, direttore dell’unità operativa di otorinolaringoiatria dell’Istituto Candiolo, in provincia di Torino.
Per quanto riguarda l’Italia, quasi 60mila persone, 57.900 per la precisione, la maggior parte uomini, soffrono di questa tipologia di tumori e sarebbe interessante mappare ogni caso in base alla propria zona di residenza e ai livelli di smog nella stessa per avere un’ulteriore conferma della tesi dei ricercatori U.S.A.
Su tumori testa-collo, il dottor Bondi aggiunge poi: “Sono fortemente invalidanti, ma anche ad alto impatto emotivo perché possono compromettere, non solo funzionalità importanti come masticazione, deglutizione e voce, ma anche l’immagine di sé con conseguenze negative nella qualità di vita delle persone.
Per questo è importante dare ai pazienti prospettive terapeutiche innovative per combattere efficacemente queste patologie senza compromettere la funzionalità.
Purtroppo, oltre la metà dei casi vengono diagnosticati in fase localmente avanzata o già metastatica, per la scarsa conoscenza dei sintomi.
I trattamenti, specialmente quello chirurgico, hanno maggiori probabilità di successo quando il tumore si trova allo stadio iniziale”.
(NoveColonneATG)