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    Come fa la Caretta caretta a non perdersi mai?

    La Caretta caretta, o tortuga boba, è una delle più grandi tartarughe marine, con un corpo che può tranquillamente superare un metro di lunghezza per 150 kg di peso.

    Definita cosmopolita per la sua presenza in tutti gli oceani del pianeta, dal Pacifico all’Atlantico, la Caretta caretta è comunemente avvistata anche nel Mediterraneo, su spiagge greche, turche e israeliane.

    Si stima che solo una piccola tartaruga su 5.000 possa raggiungere l’età adulta.

    Solo dopo alcune ore dalla nascita, le tartarughe entrano in mare e nuotano a una velocità di meno di 2 km all’ora, nutrendosi di acciughe, calamari e meduse, fino a raggiungere il Mar dei Caraibi.

    Dopo qualche tempo riprendono la migrazione verso il nord Atlantico e alcuni esemplari vengono normalmente avvistati nelle vicinanze delle Isole Canarie, segno che la Caretta caretta è in grado di percorrere migliaia di km senza perdersi.

    Fino a qualche tempo fa si pensava che le tartarughe utilizzassero il sole per orientarsi, ma oggi si ritiene che i loro meccanismi di orientamento siano ben più complessi e legati alla presenza di magnorecettori, ovvero organi sensibili ai campi magnetici, situati vicino agli occhi.

    I campi magnetici non sono uniformi e variano per intensità, inclinazione e declinazione; è stato infatti osservato che nell’area dell’equatore le linee del campo magnetico sono pressoché parallele e di minore intensità, mentre quelle ai poli presentano una marcata intersezione e la massima intensità.

    Grazie a tutte queste informazioni, la Caretta caretta, come tutte le tartarughe marine, può contare su un sistema di localizzazione in grado di disegnare una mappa geografica, una sorta di GPS naturale.


    L’informazione sui campi magnetici raggiunge il sistema neuronale situato a livello degli occhi e,  attraverso cristalli di ossido di ferro, viene tradotta in segnali elettrici.

    In questo modo la Caretta caretta è in grado di percorrere distanze inaudite, senza mai perdere l’orientamento.

    Un altro dubbio riguardo alle tartarughe è relativo alla determinazione del sesso dei nascituri.

    La tartaruga produce in genere un centinaio di uova per ogni stagione di nidificazione; le uova vengono deposte di notte e le maree, la luce lunare o artificiale possono alterare questo processo e portare a diversi tentativi prima della vera e propria deposizione.

    Se la temperatura è alta, i piccoli che usciranno dalle uova saranno femmine, diversamente saranno maschi.

    Questo è dovuto alla presenza di una proteina termosensibile che si lega all’acido ribonucleico (RNA), determinando così un sesso anziché un altro.

    Uno dei problemi principali che sorgono da una così stretta relazione tra temperatura e sesso della prole, è inevitabilmente l’aumento delle temperature che stanno vivendo le spiagge dove le tartarughe nidificano; basti considerare che attualmente l’equilibrio dei sessi si è rotto e a prevalere sono le tartarughe femmina.

    La modificazione del clima incide a 360 gradi sulla vita del pianeta, benché ancora questo fenomeno non sia compreso in maniera diffusa.

    Quello della Caretta caretta e delle tartarughe in generale è solo un dettaglio nell’immenso bio-puzzle della Terra dove, non dimentichiamolo, anche l’uomo rappresenta un tassello.

    di Ilaria Vitali

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