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    Cos’è,  quanto costa, e a cosa serve il Com.It.Es

    Gli italiani all’estero sono abbastanza da meritare un punto di riferimento vero

    Cosa sono e a cosa servono i Com.It.Es (comitati Italiani all’estero)? Abbiamo assistito ad una riunione e ve lo raccontiamo.

    Da un po’ di tempo si sente parlare di riforma dei Com.It.Es, un organo le cui competenze però sono sconosciute ai più. I Com.It.Es sono un organo apolitico nato per rappresentare gli Italiani all’estero e per far da ponte tra il territorio e il consolato. Sono eletti ogni 5 anni tra i cittadini residenti della loro circoscrizione consolare. Ma cosa fanno davvero? quali sono le loro azioni principali sul territorio? Vivendo a Madrid abbiamo ben pensato di documentarci sull’azione del nostro Com.It.Es. Abbiamo ingenuamente pensato che sarebbe stato facile, sicuramente le loro attività sono ben documentate in internet. Cercando sulla loro pagina web non abbiamo trovato né verbali né bilanci che testimonino l’attività dell’assemblea. Abbiamo allora cercato un calendario delle loro riunioni (che sono per legge aperte al pubblico) ma anche in questo caso un buco nell’acqua.

    A questo punto diventa una sfida, cosa fa il nostro Com.It.Es? Attraverso un passaparola siamo arrivati a conoscenza della data della loro ultima riunione (ricordo pubblica per legge) e abbiamo deciso di parteciparvi, magari per fare qualche domanda e capire meglio i vantaggi che un cittadino residente all’estero ha quando c’è la fortuna di avere questo organo al proprio servizio.

    Così in data 26 giugno alcuni di noi del Meetup Madrid 5 stelle abbiamo partecipato con curiosità e propositività all’ultima riunione del Com.It.Es di Madrid prima delle vacanze estive. Veniamo accolti con una certa sorpresa (e magari diffidenza) dal presidente, probabilmente non avvezzo ad avere un pubblico durante la riunione. Chiediamo gentilmente di alzare la voce per poter ascoltare meglio e veniamo subito redarguiti dal presidente perché la legge impone al pubblico di partecipare in silenzio per rispetto dei consiglieri. Una risposta ed una reazione che ci hanno lasciato basiti, visto che si trattava di una semplice richiesta per migliorare la comprensione di quello che veniva discusso e proposto dai consiglieri. In realtà, sembrava di assistere ad una chiacchierata tra amici e di aver provocato disturbo con la nostra presenza, 3 educate persone.

    Capiamo quindi che non ci sarà consentito in nessun momento di intervenire e capire meglio come i nostri rappresentanti ci stiano rappresentando. Ascoltiamo in silenzio prima di tutto cifre: tutti i Com.It.Es costano allo stato più di 1 milione e mezzo di euro all’anno (senza contare i 9 milioni di euro che costa la loro elezione ogni 5 anni, aggiungiamo noi). Inoltre sono in aumento in Spagna i Venezuelani con passaporto italiano e gli italiani che si trasferiscono nelle Canarias. Dati trasmessi al Com.It.Es che evidentemente dovrebbero servire a questo per programmare la propria attività sul territorio. Ma allora qual è questa attività sul territorio? Un mistero che si infittisce nel torrido caldo madrileño.

    Scopriamo che nel 2018 i fondi per le attività del Com.It.Es sono stati aumentati (circa 24 mila), soldi che vanno spesi entro la fine dell’anno ma che ahinoi non sappiamo ancora come spendere. Inoltre ci sono in ballo altri soldi disponibili su proposta di progetto che l’assemblea del Com.It.Es vorrebbe chiedere. Nessun consigliere, però, ha avuto il tempo di elaborare un’idea per la comunità. Insomma ci sono i soldi e dobbiamo vedere come spenderli. Non sia mai che non li spendiamo. Verrebbero, infatti, restituiti allo stato e l’anno successivo diminuirebbero i finanziamenti mentre occorre spendere di più per poterne chiedere di più. Meglio dunque realizzare iniziative futili per la comunità tanto PAGHIAMO NOI. Il presidente ha tenuto, però, a ricordare agli astanti che anche i cittadini italiani residenti nell’area di competenza del Com.It.Es possono proporre progetti. Peccato che abbiamo anche scoperto di non aver diritto di parola “per legge e per rispetto dei consiglieri”…

    E allora come si risolve il nodo del “come spendiamo questi soldi?” Per fortuna il presidente ha presentato un proprio progetto di innovazione tecnologica del Com.It.Es. Sarebbe bello offrirvi il dettaglio delle spese del progetto ma purtroppo come già detto né verbali né bilanci vengono regolarmente pubblicati sul sito web ufficiale. Speriamo comunque che questa volta lo facciano. Il progetto di cui si è parlato ha un costo che si aggira intorno agli 8.000€ per i 3 mesi e da replicare qualora ottenga buoni risultati. L’avveniristico progetto stile anni ’80-’90 include un programma radio su FM locali (altro che Podcast e web radio sottolineano…) che informano sulle attività del Com.It.Es (mistero ad oggi irrisolto) e sulle informazioni reperibili sul sito web, un vademecum cartaceo in italiano da distribuire per esempio a pensionati e ai Venezuelani in arrivo (che se non parlano italiano lo imparino) e contenente le informazioni del sito web, una app contenente le informazioni del sito web e un centralino gratuito Com.It.Es che dia semplici informazioni reperibili anche sul sito web (ma allora perché non aggiornano il sito?). Il centralino affiancherebbe quello ufficiale e a pagamento del consolato che, però, è l’unico utile per prendere per esempio appuntamento. Il tocco di genio, però, è quello di regalare il vademecum contenente le informazioni del sito web a chi scarica la app contenente le informazioni del sito web.


    Il tutto veniva approvato con soddisfazione dai consiglieri. Sembrava di assistere a qualcosa di surreale. Un comitato che promuove iniziative vecchie e che non capisce come l’emigrazione moderna sia di fatto composta da giovani e da “giovani” pensionati.

    L’apice della riunione è arrivato quando tutti i consiglieri hanno confermato all’unanimità il pensiero che il ruolo e il lavoro del Com.It.Es in quest’ultimo anno è stato vergognoso e che quest’ultima riunione è stata la prima produttiva dopo molto tempo. L’autocritica fa bene ma a questo punto avremmo voluto anche noi dare il nostro contributo per far crescere il Com.It.Es e diminuire il divario tra l’assemblea e i cittadini. Peccato che la legge impone al pubblico di partecipare in silenzio. Ci alleneremo con la mimica facciale per dare suggerimenti alle prossime riunioni dei nostri rappresentanti.

    Infine si è parlato di problematiche interne, su conti poco chiari, richieste di accessi a bilanci e disguidi legati a rimborsi. Non proprio un bel bigliettino da visita da dare a chi partecipa per la prima volta a queste riunioni.

    Alla luce di tutto ciò ci chiediamo se sia davvero utile mantenere in vita l’organo dei Com.It.Es con soldi pubblici, o se è arrivato il momento di superare queste organizzazioni e investire i soldi in maniera diversa, magari dando più potere diretto ai cittadini e alle loro associazioni attraverso dei semplici e diretti servizi web.

    (courtesy Meetup di Madrid 5 stelle)

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