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    Investiti 340 milioni di euro per rinnovare le strutture alberghiere di Tenerife

    Con i fondi erogati dagli albergatori, ristrutturati 23.498 posti letto in 5 anni

    A dare l’annuncio dell’investimento messo a disposizione per rinnovare le strutture alberghiere di Tenerife è Jorge Marichal, presidente di Ashotel, che precisa che grazie ai 340 milioni di euro messi a disposizione degli ultimi 5 anni, sono stati recuperati 23.498 posti letto dislocati in 40 hotel e 11 complessi di appartamenti.

    Benché sottolinei che non è mai abbastanza quello che si può fare per il settore, Marichal ha elogiato il coraggio dei tanti proprietari alberghieri che, per poter rinnovare le proprie strutture e rientrare nel mercato più competitivi, hanno chiuso gli hotel nei periodi di massima occupazione.

    In totale sull’isola è stato riabilitato l’8% del totale degli stabilimenti con offerta di alloggio convenzionale e il 15,5% del totale dei posti letto disponibili; a questo rinnovamento si aggiunge anche l’apertura di 24 stabilimenti di categoria superiore che offrono 13.369 nuovi posti e che aumentano l’offerta del segmento 5 stelle di un +6,8%.

    La media delle somme messe a disposizione per ogni alloggio è stata pari a 14.400 euro e alcuni investimenti hanno riguardato nel 91,3% dei casi il settore privato.

    Marichal è convinto che coloro che non hanno avviato azioni per rinnovare le proprie strutture, si troveranno molto presto in una posizione difficile, che li costringerà a praticare dei ribassi sui prezzi per poter rimanere competitivi.

    Il rinnovamento, assicura Marichal, non è solo vantaggioso per poter attrarre i turisti, ma è utile anche a far entrare nel circuito delle isole la fetta di mercato con maggior potere d’acquisto, aumentando o mantenendo la spesa turistica elevata.

    A differenza di quanto sta accadendo in altre isole come Gran Canaria, Lanzarote e Fuerteventura, dove il calo delle vendite negli ultimi mesi è pari circa al 25%, Tenerife sembra resistere meglio al calo che sta producendo l’incertezza Brexit, la caduta del mercato tedesco e la ripresa delle destinazioni concorrenti.


    Nonostante lo sforzo da parte del settore alberghiero per rinnovare strutture che in molti casi erano più che obsolete, di contro le amministrazioni pubbliche, afferma Marichal, hanno dimostrato poco o zero impegno nel recupero degli spazi turistici dell’isola; il budget per la ristrutturazione turistica pubblica non raggiunge lo 0,8%, ovvero una percentuale vergognosa se si tiene conto della quantità di denaro che entra nelle casse delle varie amministrazioni, sia da parte dei turisti che delle imprese del settore.

    «Si devono rendere conto – afferma Marichal riferendosi alle amministrazioni – che il turismo dà da mangiare a tutti e quindi deve rappresentare una priorità quando si parla di investimenti, affinché la qualità della vita degli abitanti migliori in maniera costante.

    Il settore, apparentemente consolidato, funziona da solo, ma occorrono sforzi economici per risolvere problemi in ambiti come quello della salute e dell’istruzione».

    Secondo di dati forniti dal Cabildo di Tenerife, nel 2018 la Corporacion insular ha stanziato 7,7 milioni euro per opere di migliorie e nel 2019 11,7 milioni di euro per rinnovare il settore turistico; programmi come Tenerife y el Mar, Mejora del Producto Turístico o Convenio de Estrategia Turística hanno comportato una spesa pari a 28,2 milioni di euro a partire dal 2016.

    Ma non è sufficiente, ribadisce Marichal, occorre più enfasi e maggior impegno per fornire valore aggiunto, soprattutto alla luce del nuovo scenario che va configurandosi e dovuto non solo ai più volte citati Brexit, recessione di Germania e Italia, riapertura di mete molto gettonate, bensì anche ai cambiamenti climatici, che vedono rialzi di temperature nel nord Europa dove i cittadini tenderanno a rimanere a casa propria o nelle immediate vicinanze.

    Ashotel è attualmente impegnata nella realizzazione di hotel nuovi ma differenziati, che possano raggiungere più fette di mercato, ma c’è bisogno di un rinnovo a 360 gradi, a partire dall’implementazione degli accordi con le compagnie aeree.

    Una dinamica molto prevedibile, afferma Marichal, è che se vi fossero più collegamenti e a prezzi più favorevoli, anche chi sarebbe rimasto nei paraggi nord europei per godere di un clima comunque mite, potrebbe decidere di tornare o andare per la prima volta alle Canarie, dove il bel tempo è quasi una garanzia.

    Roberto Trombini

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