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    Il nord di Tenerife, una lunga agonia di un’area abbandonata a sé stessa – 2a parte

    Vogliamo poi parlare del problema parcheggio?

    Puerto non ha un solo spazio disponibile per poter parcheggiare un’auto, figurarsi quando, e si sottolinea quando con la cautela del caso, si affronteranno i lavori del porto e del parco marittimo, vicino al molo di pesca, dove migliaia di auto vengono parcheggiate ogni giorno.

    Eppure un progetto esiste, ed è quello dell’architetto Maria Luisa Cerillos, però è stato respinto e il Consorcio ha preferito acquisire alcuni edifici, restaurarne altri, come il Castillo San Felipe o l’immobile di fine XVII secolo, di proprietà del Vescovado, in calle Zamora.

    Grande slancio per restauri e attività culturali, ma se poi i turisti non sanno come arrivare o dove lasciare l’auto…

    Turisti: è bene precisare che il nord di Tenerife non ha attrazioni per il turismo, eccezion fatta per il Loro Parque del poco amato Wolfgang Kiessling che, per contestato che sia (basti considerare la diatriba che sta sopportando a Gran Canaria per l’apertura di un nuovo parco), le cose le fa e le fa bene.

    Quanto poi alla cittadinanza, è inaccettabile che al nord di Tenerife non esista ancora un ospedale pubblico completo ed efficiente; quello di Icod funziona ma mancano molte specialità, sale operatorie e attrezzature indispensabili.

    La sua costruzione ha richiesto parecchi anni e parecchi soldi, così ora non solo si ha una struttura carente e obsoleta, ma il denaro che occorrerebbe per sistemare le cose viene misteriosamente impiegato in altre faccende, ben lontane dalla salute dei cittadini.

    Il miglior esempio che se si desidera fare concretamente una cosa, è possibile superare ogni ostacolo, è dato dalla ristrutturazione del vecchio edificio Bellavista, con i nuovi appartamenti a La Paz, in una delle zone più spettacolari di Puerto.


    L’intera proprietà è stata acquistata dalla famiglia Marichal, Montesano e Pida, questi ultimi noti e apprezzati importatori di carni; senza badare alle difficoltà e con estrema determinazione, il Bellavista è stato trasformato in uno stabilimento a 4 stelle spettacolare, il Mirage Hotel, che include un ristorante ora famoso, il Cumai, gestito dal grande chef Curro e da sua moglie Maria.

    Queste sono le azioni di cui avrebbe bisogno Puerto de la Cruz e tutto il nord di Tenerife.

    Il Consorcio ha recentemente presentato un interessante progetto per l’hotel San Telmo, situato sull’omonimo lungomare recentemente ristrutturato dal Cabildo di Tenerife.

    Ma c’è un problema: l’hotel appartiene a due proprietari che non ne vogliono sapere di addivenire a un accordo.

    Insomma pare che uno voglia approfittarsi dell’altro e l’altro non sia molto interessato nell’operazione.

    Così, quella che potrebbe essere l’inizio di una nuova era per l’hotel, la zona e l’economia di Puerto, rimane, come tutto il resto, dentro a un cassetto.

    L’attività commerciale offerta ai turisti è obsoleta: si vende dai profumi alle calamite per frigorifero.

    Sarebbe giunto il momento di pensare a incentivi e strutture per poter inaugurare negozi moderni, con prodotti di livello, considerando che il target del turista delle isole è medio alto, oltre che internazionale.

    Quindi, è più che mai necessario l’arrivo di un leader che prenda in mano la situazione, comprenda l’agonia del nord dell’isola e si impegni a perseguire una politica innovativa, rivolta al futuro, lungimirante, insomma il contrario di quello che è accaduto fino ad ora.

    di Ilaria Vitali

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