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    La misteriosa bambina di Badajoz e il tesoro nascosto di La Laguna, leggende metropolitane canarie

    Esiste ancora, soprattutto tra gli anziani delle isole, qualcuno che affermi che alcuni eventi inspiegabili siano realmente accaduti, e per esempio vi racconti della storia di una misteriosa bambina ricordata da tutti come la Niña de las Peras.

    I fatti si sarebbero svolti nel barranco di Badajoz, a Guimar, e con il corso del tempo si sono arricchiti di elementi provenienti dal folklore celtico.

    La bambina protagonista di questa incredibile vicenda sarebbe andata un giorno a cercare delle pere nel barranco, dove incontrò una donna molto amichevole, vestita di bianco, che la invitò a entrare con lei in una grotta.

    Rifocillata e riposata in una magica atmosfera fiabesca, la bambina decise di fare ritorno a casa, scoprendo però al suo arrivo che tutto era cambiato.

    Alcune case erano scomparse e la vecchia strada polverosa era stata sostituita da un nastro di asfalto sul quale automobili veloci correvano.

    Stupita e incredula la bambina entrò in casa, trovandovi una vecchia donna triste seduta in cucina che scoprì, con orrore, essere sua madre.

    Il tempo passato nella grotta con la donna vestita di bianco si rivelò essere stato di 40 anni e da quel momento in poi il quartiere di San Juan conserva questa incredibile vicenda con grande passione e trasporto.

    La donna vestita di bianco altro non era, stando alle voci degli abitanti, che una entità magica in grado di modificare il tempo a suo piacere.


    Questa curiosa leggenda metropolitana trae le sue origini da vecchie storie celtiche in cui fate del bosco trattenevano i bambini del villaggio in incantesimi speciali, prigionieri di un tempo immobile mentre al di fuori gli anni passavano inesorabili.

    Molto più realistica rispetto a quella della bambina delle pere è la credenza comune che esista un inestimabile tesoro nella montagna di San Roque, la cui ricerca provocò in passato la scomparsa di molti avventurieri e la perdita della memoria di coloro che riuscirono a tornare.

    Lorenzo Santana Rodríguez, imperterrito studioso dei misteri canari, ammise alla fine del ‘500 l’esistenza di un tesoro composto da grandi quantità di oro e argento, accaparrati in poche decine di libbre da alcuni personaggi dell’epoca.

    Ma dell’intero tesoro non vi fu mai traccia.

    Eppure, considerato il via vai di pirati, corsari e faccendieri, la possibilità che da qualche parte nell’Arcipelago possa esistere ancora un tesoro in attesa di vedere di nuovo la luce, esiste.

    Per ora, anche questa, è solo una affascinante leggenda metropolitana canaria.

    Magda Altman

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