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    Anche la Francia scandaglia il mare dell’Arcipelago

    Le potenze mondiali da anni sono impiegate in una feroce ricerca nei fondali del pianeta alla caccia di risorse da poter sfruttare, quindi poco sorprende che la Francia stia indagando i giacimenti minerari sottomarini di El Hierro.

    Con la nave dal nome sibillino, Porquoi pas? – perché no?, partita da Gran Canaria alla fine dello scorso mese di gennaio, la Francia, che condivide con la Russia alcuni diritti per effettuare ricerche scientifiche sulle reti minerarie situate in una zona media di latitudine che include l’Arcipelago, si trova ormai da due mesi nelle acque di El Hierro.

    I francesi sostengono che ufficialmente l’obiettivo della loro attuale missione sia l’investigazione di organismi viventi che resistono a meno di 3.000 metri di profondità, ma la presenza a supporto della nave oceanografica del sottomarino Nautile, che può immergersi fino a 6.000 metri e utilizzato in precedenza per il recupero di oggetti del Titanic, fa un poco dubitare sulle loro reali intenzioni.

    Solo recentemente il presidente del Gobierno Mariano Rajoy, il ministro dello Sviluppo Íñigo de la Serna, e la sua collega della Difesa, María Dolores de Cospedal, hanno annunciato che la Porquoi Pas? si trovava nelle acque territoriali canarie e più precisamente nell’area in cui venne rilevato nell’autunno del 2016 lo Yantal, un battello oceanografico russo classificato dagli Stati Uniti come imbarcazione dedita allo spionaggio.

    Qualcuno ipotizza che la presenza della Francia sia semplicemente legata all’analisi dei camini vulcanici presenti in quantità nelle acque dell’Arcipelago, ma di fatto i numerosi precedenti fanno pensare a qualcosa di economicamente più interessante.

    Già nell’aprile del 2017 una spedizione guidata dalla Gran Bretagna e alla quale presero parte numerosi scienziati spagnoli, confermò la presenza del più grande deposito di tellurio a sud delle isole e solo poche settimane fa un’altra spedizione internazionale rilevò una significativa quantità di afnio nelle acque dell’Arcipelago; entrambi i minerali, il tellurio per l’industria tecnologica all’avanguardia e l’afnio per quella nucleare, hanno stuzzicato gli interessi mondiali per il considerevole ritorno economico che può derivare dalla loro estrazione.

    Che la Francia si trovi in acque territoriali non rappresenta di per sé un evento eccezionale, considerando che lo scorso dicembre una nave russa al largo delle coste del Sahara ufficialmente stava indagando sulle risorse ittiche, in particolare sul jurel, un pesce che abbonda tra Tenerife e Gran Canarie.

    La campagna francese, non annunciata dalla marina della Francia specializzata in ricerche oceanografiche, dovrebbe concludersi a breve…


    Bina Bianchini

     

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