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    Il peggior livello di benessere è detenuto da Canarie e Andalusia

    Le Canarie, unitamente all’Andalusia, sono le regioni con il livello peggiore di benessere dopo la grave recessione degli ultimi decenni; sebbene il grado di soddisfazione di entrambe le popolazioni sia simile a quello di cittadini di regioni a più alto indice di qualità della vita, canari e andalusi stanno attraversando una fase problematica in più settori.

    Secondo uno studio condotto dalla fondazione BVVA e dall’Instituto Valenciano de Investigaciones Económicas IVIE, i Paesi Baschi, la Rioja e Navarra sono le comunità con il più alto livello di benessere oggettivo, ma sono i cittadini delle Baleari coloro che risultano i più soddisfatti in assoluto delle attuali condizioni di vita.

    Lo studio, condotto dai ricercatori Carmen Herrero e Antonio Villar in collaborazione con Angel Soler, tecnico di IVIE, ha analizzato l’evoluzione del benessere tra il 2006 e il 2015 utilizzando i dati INE e tenendo conto della metodologia adottata dall’OCSE nel suo programma How’s Life, che offre informazioni su 50 indicatori relativi alle condizioni di vita attuali e alla risorse per mantenerle.

    Quello che appare immediatamente evidente è la presenza di differenze tra il livello oggettivo di benessere e la percezione che ne hanno i vari cittadini; gli abitanti di Baleari, Catalogna e Valencia, per esempio, pur avendo livelli medio bassi di benessere oggettivo, risultano coloro che hanno una miglior percezione della vita che conducono.

    Opposto è il caso della Galizia, ben al di sopra della media in quanto a qualità della vita ma con una comunità decisamente insoddisfatta.

    In generale la Spagna è al di sotto della media OCSE in termini di reddito, occupazione, alloggio, istruzione e soddisfazione della vita, mentre supera la media nei settori della salute, rapporti sociali, ambiente e sicurezza.

    I giovani sarebbero, secondo lo studio, quelli che hanno perso di più in termini di qualità della vita a causa della crisi e degli elevati livelli di disoccupazione che hanno provocato una perdita di potere d’acquisto significativa.

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