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    Quasi 2.000 minori in pericolo: la realtà silenziosa delle Canarie

    Nelle isole Canarie ci sono 1.935 minori che vivono sotto protezione a causa della loro situazione famigliare, dei quali 864 in centri specializzati e 1.071 in condizione di affidamento.

    I dati, forniti da Cristina Valido, ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Abitazioni del Gobierno de Canarias, sono stati in parte contestati da Maria del Río, deputata di Podemos che ha interpellato il Ministro su questo delicato tema, evidenziando le difficoltà dei minori abbandonati in diversi centri, la maggior parte dei quali carenti di assistenza e cure adeguate.

    Le situazioni, afferma, sono spesso estreme e non riguardano solo i minori ma anche ragazze che sono state vittime di rapimenti, somministrazione di droghe e sfruttamento di prostituzione e la cui tutela è di responsabilità della Comunità Autonoma; la del Río ha poi aggiunto che nei centri manca personale preparato, i salari sono bassi e la motivazione e la formazione sono carenti.

    La Valido avrebbe quindi difeso il buon sistema di protezione dei minori delle Canarie, il cui affidamento non solo è ritenuto prioritario ma supera in numero quello della media nazionale.

    Quando un bambino in difficoltà rimane all’interno della sua famiglia, riceve un aiuto pubblico compreso tra i 7 e i 25 euro al giorno a seconda della situazione economica complessiva, mentre se viene trasferito in un’altra famiglia in condizioni di affido, l’aiuto arriva anche ai 20 euro giornalieri.

    La Valido ha precisato che si preoccuperà di rivedere tali tariffe che sono state congelate durante la crisi economica e che auspica in ogni caso che un maggior numero di professionisti del settore possa essere assunto una volta che le restrizioni sugli appalti pubblici sia ridotto.

    Il Gobierno delle Canarie contribuisce con 25 milioni di euro all’anno destinati ai Cabildos per la gestione delle famiglie, poiché la custodia dei minori è delegata alle corporazioni insulari; sono proprio i tecnici municipali in collaborazione con la Direzione Generale della Protezione dei Minori che segnalano i casi di abbandono o che si attivano per poter realizzare degli affidi temporanei in famiglia o in centri specializzati, benché, precisa la Valido, si cerchi sempre di preferire la famiglia, meglio ancora quella di origine una volta risolte le situazioni che hanno portato al disagio.

    La Valido ha indicato poi che non vi sono minori al di sotto dei 3 anni nei centri residenziali, dove invece la maggior parte sono adolescenti con storie di dipendenze da stupefacenti o problemi comportamentali, entrambe situazioni di difficile gestione.


    Sottolinea poi che da un decennio a questa parte si è passati dai grandi centri per minori a piccole strutture specializzate e case-famiglia, segnale che si sono compiuti progressi nel migliorare l’attenzione verso gli adolescenti difficili e con problemi, talvolta, di salute mentale.

    Ciò che si verifica normalmente è che al compimento dei 18 anni, questi soggetti sono disposti a lasciare le case di accoglienza per evitare disciplina e rigore e continuare a fare la loro vita, fenomeno che la Valido ha assicurato essere sotto osservazione con la realizzazione a breve di due centri di orientamento e supporto per l’integrazione dei maggiorenni nella società.

    Nel caso dei tre minori di un centro di Lanzarote costretti a drogarsi per prostituirsi, ha poi annunciato la Valido, è stato lo stesso centro a rilevare il problema e ad allertare la polizia con cui ha collaborato.

    Si tratta di situazioni complicate, difficili e che spesso vedono casi di ragazze inserite in buoni contesti famigliari che continuano a seguire cattive strade.

    Ma è fuori discussione il buon funzionamento dei centri di accoglienza che, pur con margini di miglioramento, eseguono un importante ed efficace lavoro.

    dalla Redazione

     

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