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    La vitamina che consumiamo troppo poco in Spagna per prevenire il melanoma

    Un recente studio pubblicato sulla rivista Ageing Research Reviews suggerisce che la vitamina D non solo è fondamentale per il sistema immunitario, ma potrebbe anche rallentare il cancro.

    “In realtà, prendere il sole tutto l’anno può proteggerci dal melanoma”.

    In vari congressi sulla salute si comincia a parlare di vitamina D come “ormone D”, soprattutto perché sono state scoperte nuove funzioni.

    Il nostro corpo la genera quando ci esponiamo alla luce del sole, ma questo non è l’unico beneficio che offre, come hanno dimostrato gli studi pubblicati negli ultimi anni.

    Un recente lavoro pubblicato sulla rivista Ageing Research Reviews suggerisce che la vitamina D non solo è fondamentale per il sistema immunitario, ma può anche aiutare a contrastare il cancro.

    I ricercatori del Centro tedesco per la ricerca sul cancro hanno valutato 14 studi di alta qualità con un totale di 105.000 partecipanti per concludere che l’assunzione quotidiana di vitamina D può ridurre la mortalità per cancro fino al 12%.

    Gli autori hanno anche sottolineato che l’assunzione quotidiana di vitamina D3 farebbe la differenza, in quanto produce un agente attivo, l’ormone 1,25-diidrossivitamina D.

    Questo sembra inibire i tumori.


    Lo studio citato mostra anche che l’età conta.

    Le persone di età superiore ai 70 anni trarrebbero i maggiori benefici dalla terapia quotidiana con vitamina D3.

    Tuttavia, la carenza di questo micronutriente è ancora diffusa in tutto il mondo.

    Solo negli Stati Uniti, il 42% degli adulti, il 50% dei bambini di età inferiore ai 5 anni e il 70% dei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni presenta una carenza di vitamina D.

    È più comune nei pazienti con diagnosi di cancro e in trattamento rispetto alla popolazione generale.

    Inoltre, va notato che vi è ancora una controversia su quali cifre possano essere classificate come carenza di vitamina D, in quanto le linee guida cliniche sono ancora in disaccordo.

    D’altra parte, uno studio pubblicato quest’anno su The BMJ ha collegato l’integrazione di vitamina D a un minor rischio cardiovascolare, in particolare a un minor rischio di eventi cardiovascolari maggiori come l’infarto.

    Anche altre ricerche hanno riscontrato differenze significative tra i due tipi di vitamina D.

    Pertanto, la vitamina D2 avrebbe un impatto discutibile sulla salute umana, mentre la vitamina D3 potrebbe bilanciare il sistema immunitario delle persone e contribuire ad aumentare le difese contro le infezioni virali.

    “Il nostro studio suggerisce che è importante che le persone assumano un integratore di vitamina D3 o alimenti adeguatamente fortificati, soprattutto nei mesi invernali”, ha dichiarato a Europa Press il professor Colin Smith, autore principale dell’Università del Surrey.

    Mentre alcuni alimenti sono arricchiti con vitamina D, come il pane, alcuni cereali per la colazione e gli yogurt, pochi contengono naturalmente la vitamina.

    La vitamina D3 è prodotta naturalmente dalla pelle attraverso l’esposizione alla luce solare o ai raggi ultravioletti artificiali UVB, mentre alcune piante e funghi producono la vitamina D2.

    Marco Bortolan

     

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