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    Plenaria Cgie

    Il gruppo di Centro-Destra: “Se il Cgie ha deciso di fare a meno di noi, noi faremo a meno del Cgie”

    “Al termine della prima Assemblea del CGIE i 18 consiglieri del Centro-Destra prendono atto che il PD, con la connivenza del MAIE, ha usato la forza dei numeri per l’occupazione totale dell’organismo.

    Quello che dovrebbe essere il parlamentino degli italiani nel mondo è stato usato come strumento di vendetta politica contro il governo Meloni con la precisa volontà non solo di neutralizzare, ma persino di tentare di umiliare i Consiglieri che lo sostengono”.

    È quanto si legge in una nota alla stampa diramata dal gruppo del Centro-Destra al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che conclude oggi i lavori della prima Assemblea Plenaria della nuova consiliatura.

    “Per la prima volta da quando il CGIE esiste non è stato permesso loro di esprimere alcuna delle cariche nel Comitato di presidenza né nelle commissioni tematiche”, affermano i consiglieri di Centro-Destra, constatando “con amarezza di essere considerati sgraditi ospiti all’interno dell’organismo e soprattutto di essere di fatto impediti di controllare quanto deliberato negli organi decisionali”.

    “A misfatto perpetrato”, si legge ancora nella nota, “PD e MAIE hanno reagito alle rimostranze e alle critiche con la fake news che saremmo stati noi a rifiutare il patteggiamento di un’equa ripartizione.

    Una volta sbugiardato, qualcuno è persino arrivato a lasciare intendere che comunque il centro-destra non sarebbe in grado di reagire in quanto sotto il ricatto di un possibile voto contrario in Commissione Bilancio del Senato da parte di un senatore “ago della bilancia””.

    “A questo punto, constatato che il CGIE ha scelto di fare a meno del centro-destra”, i consiglieri annunciano che si adopereranno “affinché il governo di centro-destra realizzi autonomamente le riforme (del voto all’estero, dei criteri per la cittadinanza e degli organismi rappresentativi) riservando al CGIE la facoltà formale di esprimere il proprio parere come prescritto dalla legge”. (aise)


    CONSIGLIO GENERALE ITALIANI ALL’ESTERO

    “Sono tornata volentieri e sono qui a disposizione per ascoltare le vostre istanze.

    Per rendervi protagonisti di questo giro di tavolo” lo ha detto la Sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi riprendendo il dibattito sospeso ieri all’Assemblea plenaria del Cgie.

    Ha in primo luogo preso la parola il consigliere Vincenzo Arcobelli (Stati Uniti) che, ha auspicato l’avvio di colloqui con gli attori interessati in modo da organizzare una conferenza dedicata ai nostri ricercatori nel mondo, da svolgersi ad esempio alla Farnesina.

    Arcobelli ha anche ricordato le altre eccellenze italiane nel mondo come i “ristoratori, commercianti, artigiani.

    I connazionali – ha aggiunto – possono fare molto per promuovere l’Italia all’estero”.

    Il consigliere Silvestro Guerrieri (Germania), ha invece posto l’attenzione sulla necessità di una cultura di ritorno promossa anche dai numerosi artisti italiani all’estero che dovrebbero avere più spazio”.

    “L’agenda dei lavori del Consiglio generale dovrebbe seguire due linee: lavoro possibile e lavoro necessario” è stato l’incipit di Filippo Ciavaglia (CGIL) il quale ha poi manifestato il bisogno di un riconoscimento istituzionale del Cgie.

    Aniello Gargiulo (Cile) ha richiesto un potenziamento del mondo delle associazioni, la creazione di programmi formativi per la nuova mobilità e un uso maggiore dello strumento Rai Italia proponendo programmi specifici.

    La richiesta di Francesco Papandrea (Australia) è stata quella di esplicitare quali siano le competenze e gli obiettivi degli enti che si occupano della promozione della lingua italiana, auspicando un più efficace lavoro congiunto.

    Il consigliere per la Francia, Salvatore Tabone, ha segnalato il problema dei ritardi nell’erogazione dei contributi per gli enti promotori.  

    Per Mariano Gazzola (Argentina- vice Segretario Generale) il problema è la mancanza di un’azione politica di coordinamento per gli italiani all’estero, esplicitando la necessità, nel paese sudamericano, di puntare alle famiglie e non solo ai bambini nella promozione della lingua italiana.

    Sulla questione della lingua è intervenuto anche Daniel Taddone (Brasile) manifestando il rammarico per la presenza in Brasile di due soli istituti di lingua e cultura italiana, a fronte di una popolazione che conta molti connazionali ed oriundi.

    Di fondi per gli enti gestori ha parlato il consigliere Tommaso Conte (Germania), ponendo una domanda alla sottosegretaria Tripodi e cioè se la Direzione Generale Cultura e Diplomazia Pubblica possa occuparsi, oltre che della promozione culturale, anche del mantenimento dell’identità culturale?.  

    A chiudere il consigliere Gianluca Lodetti (CISL) che ha rilevato la necessità di una strategia integrata sull’identità culturale per far divenire i tanti nuovi cittadini italiani cittadini a tutti gli effetti in modo che possano esercitare i loro diritti e doveri.

    La sottosegretaria Tripodi ha poi risposto ai quesiti dei vari consiglieri, evidenziando in generale la volontà da parte del governo e dell’amministrazione di essere aperti agli spunti rilevati e di trovare le vie migliori per lavorare di concerto.

    “Il Ministero si sta occupando della valorizzazione della ricerca”, ha affermato Tripodi rispondendo al consigliere Arcobelli,  ricordando la Giornata dedicata ai ricercatori italiani svoltasi a Venezia con il Ministro Tajani.

    Alla Farnesina “ci sono interlocutori che hanno attenzione su questo tema”, ha ribadito la sottosegretaria invitando tuti ad avere “fiducia nel governo insediato da 7 mesi”.

    Tripodi si è poi detta in sintonia con il concetto di cultura di ritorno espresso da Guerrieri.

    “Se avete un progetto su come lanciare una “cultura di ritorno” sarò ben felice di confrontarmi” ha aggiunto.

    Per quanto riguarda il quesito posto da Papandrea Tripodi ha sottolineato come la Direzione Generale Cultura promuova tutto.

    “La cultura – ha aggiunto – è tutto e abbraccia tutto. Per essere sviluppata al meglio dobbiamo avere la contezza degli obiettivi”.

    Il sottosegretario si è poi detta d’accordo sia con il consigliere Tabone sulla necessità di evitare ritardi nell’erogazione dei contributi per gli enti gestori virtuosi, sia con il consigliere Gazzola sulla necessità di collegamento tra l’attività del Cgie e l’attività del Governo.

    Occorre cercare di iniziare un nuovo corso tenendo conto di tutte le istituzioni presenti nel mondo, per un impegno concreto nel trovare una nuova rotta, ha poi proseguito la sottosegretaria.

    La sottosegretaria ha poi risposto all’ultimo intervento, da parte del consigliere Lodetti, osservando che bisogna formare e fornire un’identità alle seconde e terze generazioni di concittadini che vivono all’estero poiché molto spesso “non parlano italiano e non hanno più legame con le regioni di provenienza dei loro avi”. 

    Cgie: l’intervento del Sottosegretario agli Esteri Tripodi: “Scrivere una pagina nuova per le nostre comunità all’estero, di vicinanza, di partecipazione e concretezza”

    “Credo sia dovere di ogni buon italiano, di ogni rappresentante del governo essere vicini più che si può alla nostra eccezionale comunità italiana all’estero”.

    Volendo fare un calcolo economico, la nostra comunità estera può valere fino al 5- 6% del PIL, una cosa che va comunque incoraggiata”.

    Per tale motivo secondo il Sottosegretario , “occorrerebbe un riordino delle leggi che riguardano gli italiani all’estero, e io vi assicuro che saremmo molto felici di ascoltare i vostri suggerimenti in un confronto costruttivo che apra una nuova pagina”.   

    “La nostra comunità all’estero – ha continuato la sottosegretaria – è portatrice di cose che per l’Italia sono autentiche eccellenze e mi riferisco alla cultura.

    Io ho delle deleghe ben precise in questo senso.

    Penso all’importanza che potete avere e che avete nel mondo perché siete anche gli ambasciatori della nostra lingua”.

    Tripodi ha poi sottolineato l’importanza di conservare le nostre tradizioni, non solo a livello linguistico: “In questo – ha aggiunto – va dato atto che il Ministero degli Esteri con il bando del Turismo delle Radici abbia dato sicuramente una prova significativa”.

    Alessio Mirtini/Inform

     

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