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    La casa di produzione italiana gira una serie interattiva a Tenerife

    “Zairo”, scritta da Max Farace e Antonio Centomani, sarà ambientata a Tenerife, tra spiagge e anfratti, in una storia inedita di azione, suspense e spie.

    A settembre e ottobre, Tenerife ospiterà le riprese della serie Zairo, inizialmente destinata a Netflix, anche se la casa di produzione italiana, con sede a Tenerife, è in trattative anche con altre piattaforme digitali.

    La novità di queste riprese è che si tratta di una serie interattiva che permette all’utente di interagire con i protagonisti sia a voce che con il telecomando del televisore o del computer, e di prendere decisioni sui passi da compiere nei momenti più importanti di ogni episodio.

    La serie Zairo sarà un modo nuovo di guardare un film d’azione, thriller e di spionaggio.

    Inizialmente saranno otto gli episodi che verranno girati quasi interamente nelle Isole Canarie.

    Il set principale è previsto sull’isola di Tenerife e la maggior parte degli attori e delle comparse saranno locali.

    Le location principali sono la spiaggia di Las Teresitas, Costa Adeje, il Monte Teide, diversi burroni, come El Infierno ad Adeje e Masca a Buenavista, oltre ad altre località nel nord dell’isola.

    Il progetto ha il sostegno della Tenerife Film Commission e vi partecipa come collaboratore un’altra azienda locale, la società di produzione audiovisiva 1 Mundo Mio, che questa settimana ha registrato il trailer della serie, che sarà diretta da Antonio Centomani, sceneggiatore della serie insieme a Max Farace, che detiene i diritti di Zairo dal 2009, quando è stato pubblicato come videogioco.


    Il cinema interattivo è un tipo di arte che cerca di dare al pubblico un ruolo attivo nella visione dei film cinematografici.

    Come base, deve dare importanza a un ruolo attivo dello spettatore per completare la storia.

    Gli autori possono avere tutto sotto controllo e lasciare al pubblico la scelta di ciò che vede, oppure modificare la storia e registrare solo ciò che gli spettatori decidono.

    Alberto Moroni

     

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