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    La Orotava e la sua Settimana Santa

    La commemorazione annuale della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo nella città di La Orotava rappresenta la messa in scena di uno dei principali eventi socio-culturali che ha raggiunto una notevole rilevanza nella città fin dalle sue origini, affiancandosi alle feste patronali e soprattutto al Corpus Christi Infraoctava, nel momento in cui La Orotava è visitata dal maggior numero di persone.

    Durante lo svolgimento degli eventi che compongono la Semana Mayor de la Villa, la componente devozionale che sta alla base di ogni atto acquista un valore aggiunto, individualizzato nel raccoglimento e nella riflessione personale dei presenti, azioni che non sono incompatibili con la contemplazione di vere e proprie opere d’arte, personalizzate a loro volta nei carri processionali che occupano le strade durante questi giorni.

    In una città caratterizzata da una riconosciuta e ancestrale tradizione culturale e da un importante substrato spirituale, durante la celebrazione della Settimana Santa si riuniscono una serie di premesse patrimoniali che la definiscono non solo come una delle più importanti dell’isola di Tenerife, ma anche di quelle che si commemorano ogni anno nel panorama regionale.

    Si va dal magnifico scenario in cui si svolge, le strade di uno dei siti storici più singolari e, fortunatamente, meglio conservati dell’arcipelago, che per più di sette giorni diventano il prolungamento di una successione di significativi templi religiosi che ospitano straordinarie immagini scultoree di origine sia locale che straniera, che vengono portate in processione su troni di legno artigianali o piattaforme d’argento, conservate grazie allo sforzo e alla dedizione di confraternite ancestrali, all’esecuzione musicale dell’Agrupación Musical Orotava e l’accompagnamento sonoro della Banda de Cornetas y Tambores de San Juan nella maggior parte delle processioni, senza dimenticare il canto delle malagueñas e il Miserere nella notte del Giovedì Santo, generando la prova che il patrimonio architettonico, plastico, etnologico e antropologico si fondono indissolubilmente durante la celebrazione della Settimana Santa nella città di La Orotava.

    In questo quadro culturale si svolge una Settimana Santa sobria ed elegante, priva di costumi stranieri decontestualizzati che si sono gradualmente introdotti in quelli celebrati in altre città delle isole, e che fortunatamente conserva l’essenza dei secoli passati nonostante la logica evoluzione sociale inerente al passare del tempo.

    Molto poco è cambiato nella fisionomia originale della celebrazione della Passione di Cristo nella città, rispetto al periodo di gestazione e consolidamento – secoli XVII e XVIII – e al suo sviluppo finale – secolo XIX -.

    In questo senso, ci sono ancora condizionamenti tradizionali che lo collocano molto vicino ai parametri pre-barocchi e barocchi, vagliati dalla temperanza spirituale degli isolani, sia dal punto di vista dell’immaginario dei carri processionali che da quello della messa in scena della Liturgia.

    Non è cambiato l’alto grado di devozione della gente di una città segnata fin dalle sue origini come luogo di popolazione da una radicata cultura religiosa, in gran parte dovuta all’istituzione di ordini e comunità religiose che giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo storico della località.


    Questa devozione si è espressa attraverso un forte culto delle immagini che ha prevalso tra gli abitanti di La Orotava fin dall’antichità, e che sopravvive forse come unica vestigia di una cultura barocca che ha segnato lo sviluppo sia delle immagini religiose che della pietà del popolo.

    La devozione popolare della Settimana di Pasqua a La Orotava si basa fondamentalmente sulle immagini cristologiche che conservano uno splendido catalogo di incisioni di grande interesse artistico come la Crocifissione della chiesa della Concepción o il Nazareno di Santo Domingo tra molte altre, senza dimenticare uno dei principali riferimenti -sia dal punto di vista artistico che devozionale- della Settimana della Passione, il Cristo legato alla colonna della chiesa parrocchiale di San Juan Bautista.

    L’origine della celebrazione della Settimana di Pasqua a La Orotava è chiaramente legata alla presenza degli ordini religiosi nella città, che contribuirono in modo decisivo allo sviluppo della Semana Mayor, tenendo conto che la città arrivò ad avere sei conventi.

    In questo senso, i francescani erano il motore delle processioni come la Preghiera nell’Orto o la Santa Sepoltura, la recita della Via Crucis e il culto delle Dolorose.

    Da parte loro, gli Agostiniani diffusero la tradizione del Venerdì dei Dolori e i Domenicani, la processione di Gesù di Nazareth e il suo Incontro popolare.

    Questa e altre questioni non meno trascendentali hanno dato forma a una Settimana Santa speciale, caratterizzata da tre motivi principali che la differenziano da quelle celebrate nel resto dell’arcipelago.

    In primo luogo, la sopravvivenza dei “cargadores” che portano i troni o le basi delle immagini, dotati di pali per questo scopo.

    In secondo luogo, non ci sono gruppi scultorei, il che significa che ogni processione è portata sul trono corrispondente, ad eccezione delle tre immagini indivisibili – La Oración en el Huerto, La Piedad o el Cristo de El Calvario e Jesús Nazareno -.

    In terzo e ultimo luogo, vale la pena sottolineare il carattere unitario della Semana Santa villera, almeno nel suo nucleo fondante.

    Ogni chiesa celebra le sue funzioni individualmente ma sincronizzate con il resto delle chiese, senza sovrapposizioni, secondo un programma sistematico di date e orari prestabiliti.

    In altre parole, a La Orotava le processioni non si celebrano simultaneamente, ma si completano a vicenda e si integrano in un tutto. Non c’è una Settimana Santa per parrocchia, ma un’unica Settimana di Passione.

    Bina Bianchini

     

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