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    Scuole italiane all’estero: cosa cambia

    Per le scuole, i corsi e elettorati italiani all’estero cambiano ancora le regole e le responsabilità.

    È quanto evidenzia la Flc Cgil in una nota in cui elenca tutte le modifiche contenute nella legge di bilancio 2021 che intervengono sul sistema scolastico italiano all’estero.
    “I commi 975-77 della Legge di Bilancio 2021 (Legge 178/2020), approvata dal Senato il 30 dicembre 2020, prevedono, attraverso la riscrittura di alcuni commi del D.lgs 64/2017, il trasferimento al Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale (MAECI) di un maggior numero di risorse di personale in comando (trasferite dal MI) e maggiori competenze sulla gestione ed organizzazione delle attività di formazione, di selezione e di assegnazione temporanea ed invio in missione del personale scolastico alle sedi estere”, spiega il sindacato.

    “Il principio che segue il legislatore è di semplificare le procedure attualmente previste per legge sulla nomina del personale scolastico del MI (docenti, dirigenti ed assistenti amministrativi) da destinare alle scuole, corsi e lettorati all’estero, con l’obiettivo di eliminare l’attuale discrasia normativa.

    Nel fare questo il legislatore trasferisce tutte le competenze di organizzazione e gestione al MAECI, che viene rafforzato attraverso la restituzione al MAECI stesso dei 35 comandati, oggi in servizio al MI, assegnati alla gestione amministrativa delle nomine all’estero”.
    “Se è vero che l’attuale procedura si è mostrata farraginosa, anche perché non è mai stata attivata la cabina di regia interministeriale prevista dalla norma, – commenta la Flc Cgil – è altrettanto chiaro che non è questa la soluzione perché ancora una volta si sceglie una determinazione unilaterale dei poteri e delle responsabilità”.
    “A mo’ di esempio, preme sottolineare che secondo il dettato normativo il MAECI potrà inviare, per ragioni di servizio, personale con nomine temporanee di un anno anche attraverso interpelli.

    Con questa operazione – accusa il sindacato – si svilisce la funzione dei bandi e si dà carta bianca al MAECI che può così disporre del personale del MI a proprio piacimento”.

    Quindi, per la Flc Cgil “anziché risolvere un problema fornendo strumenti di gestione trasparenti e condivisi, l’attuale norma lo sposta da un ministero all’altro, con un evidente squilibrio dei poteri a favore del MAECI”.
    Nell’esprimere la sua contrarietà alle novità, il sindacato torna ad attaccare la “Buona scuola”: “il fallimento delle procedure stabilite dal D.lgs. 64/2017 è stato palese fin da subito, sia nel merito sia nel metodo”, annota la Flc Cgil. “Definire per legge procedure di reclutamento, indennità e durata dei mandati ha generato notevole confusione, rimbalzi di responsabilità, scarso coinvolgimento delle parti sociali e in molti casi poca trasparenza.

    La FLC CGIL sosteneva e sostiene tutt’ora che l’intera materia dell’organizzazione e della gestione del personale scolastico all’estero deve essere riconsegnata nuovamente alla contrattazione nazionale, come era prima del 2017: piuttosto bisogna stralciare dalla legge tutte quelle parti che hanno natura contrattuale (formazione, reclutamento da intendersi come mobilità, indennità, istituti giuridici come ferie, permessi etc) lasciando alla legge esclusivamente le determinazioni di tipo ordinamentale del sistema scolastico all’estero e restituendo al contratto la potestà di definire regole certe, condivise e trasparenti”. (aise) 

     


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