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    Quello che non curiamo dimentichiamo e scomparirà

    Il comune de La Orotava ha reso noto negli ultimi giorni di novembre e pubblicato nella sua pagina web l’iniziativa già preannunciata da noi a settembre, della borsa di “arrendamiento municipal” nella quale si incoraggiano  i proprietari a convertire in terreni a produzione attiva le terre abbandonate.

    Attraverso due strade o la autoproduzione o l’affitto del terreno per lo sviluppo agricolo a terzi.

    Il territorio della valle de La Orotava classificato rustico ha una superficie territoriale totale di 649 ettari e i terreni abbandonati ne rappresentano il 33%.

    Un vero peccato per il potenziale agricolo della valle.

    Il comune ha deciso, pertanto, di intervenire nel settore con un impulso diretto:  offre lo spazio nell’area di “sviluppo economico” di una piattaforma dove si concentrano domanda ed offerta.

    I proprietari possono presentare la propria azienda agricola o semplicemente il  terreno agricolo e gli interessati possono contattare per affittare il terreno e avviare la produzione agricola.

    L’eventuale contratto poi tra il proprietario e affittuario rientra nella normale contrattazione privata dove il comune non entra in merito.

    Quello che il comune offre è lo spazio della piattaforma pubblicitaria ed un supporto tecnico per l’inserimento dei prodotti del raccolto nel mercato comunale come primo ed immediato sbocco economico.


    Gli ultimi eventi stanno sempre di più spostando l’asse economico verso una imprenditoria di sviluppo locale e agricolo.

    L’agricoltura del resto è sempre una garanzia di sostentamento. 

    Infatti ad oggi nel portale le domande superano le offerte.

    Segno evidente che l’interesse per lo sviluppo agricolo è considerato uno sbocco interessante per l’imprenditoria canaria, cosa che fa apparire ancora più preciso ed opportuno il piano di sviluppo rurale scelto.

    Il progetto sembra concludersi qui con una piattaforma digitale per domanda e offerta sul settore primario.

    Il piano di sviluppo agricolo però prevede qualcosa di più ambizioso: creare una banca di semi (germoplasma) per accompagnare nello sviluppo del lavoro agricolo i nuovi imprenditori del settore e al contempo preservare la varietà biologica del prodotto agricolo canario in questo caso specifico della valle de La Orotava.

    In Spagna la prima banca di semi fu creata nel 1966, ma è solo dal 1993 che esiste un Centro di “raccolta  fitogenetica”  sempre a Madrid divenuto poi referenza nazionale per il reperimento e riproduzione di semi ortofrutticoli.

    In Canaria nel 2003 nasce il Centro de Conservación de la biodiversidad Agrícola de Tenerife (CCBAT), branca del Servicio Técnico de Agricultura y Desarrollo Rural con lo scopo di conservare per non perdere la biodiversità presente nell’isola.

    Quello che ora il comune si propone di istituire è la banca di semi per la valle de La Orotava, un progetto non in contrasto ma in supporto per aiutare direttamente l’approvvigionamento e l’avvio delle nuove imprese e aziende agricole.

    Immettendo nel mercato un prodotto selezionato coerente con la tradizione e rispettando la biodiversità dell’isola stessa.

    Non solo coltivare prodotti importati ma arricchire la produzione agricola con il prodotto autoctono.

    I semi di cereali, patate, legumi, frutta che nascono prodotti dalla terra vengono stoccati, salvaguardati riprodotti e riconsegnati poi alla terra per essere di nuovo coltivati.

    Quello che fa una banca di semi senza rischiare così di perdere le tracce e radici dei prodotti agricoli.

    Negli anni passati, in Italia, una ricerca e un interesse sempre maggiore verso le produzioni a km zero hanno portato alla riscoperta di qualità di grano dimenticate, di vitigni addirittura non considerati, legumi tornati interessanti per le qualità organolettiche, ebbene una cosa del genere sta ora passando qui a Tenerife e la tutela del patrimonio autoctono ha anche il profumo di terra coltivata.

    Tuttavia in Italia è ancora in fase organizzativa tra i vari istituti di botanica ed il ministero dell’Ambiente una rete che metta in contatto le varie banche dislocate nel territorio.

    Qui a La Orotava si sviluppa il discorso contrario: nasce una banca locale che si aggrega alla struttura generale già esistente.

    La valle de La Orotava è così caratteristica e ricca come tutta l’isola di quei microclimi che si traducono poi in uno sviluppo agrario diversificato per umidità, sottovento, sopravvento, ombra, sole, altura, mediania.

    Una diversità geografica che ha da sempre accompagnato produzione e adattamenti a sistemi agricoli tradizionali. Non dimentichiamo che La Orotava è il sito del giardino di climatizzazione.

    La posizione geografica ha contribuito a rendere peculiare ogni produzione coltivata in terra canaria.

    Il patrimonio agricolo che se ne ricava è una ricchezza da non dimenticare, non abbandonare e non far scomparire, è una ricchezza che definisce l’identità anche di un popolo.

    I prodotti agricoli formano parte non solo della biodiversità agricola del posto ma costituiscono il patrimonio culturale dello stesso, la condizione principe sulla quale a volte è fondata una comunità o riconosciuta una zona, un rione o una città.

    In definitiva a volte si indicano le zone per il prodotto di coltivazione.

    Tutte le informazioni sul sito web comunale, www.laorotava.es. o contattare il Dipartimento di Agricoltura e Allevamento   [email protected].

    Giovanna Lenti

     

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