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    SPIGOLATURE OTTOBRE: Il vocabolario vuoto

    Goethe, Andy Warhol, 1982

    Il vocabolario vuoto.

    Pregio e difetto non ho idea cosa vogliono dire.

    Io ho rubato e regalato.

    Sono stato fedele e ho tradito.

    Sono stato guelfo e ghibellino.

    Ho salvato vite e ho ucciso.

    Mi dicono che i numeri pari sono giusti e i dispari sbagliati; poi vengono altri a dire che i dispari sono esatti. Credetemi, pregi e difetti, giusto o sbagliato, sono concetti astratti, non valgono niente, e oltretutto cambiano nel tempo.

    E i numeri sono semplicemente numeri con i loro scopi.

    Il bene e il male, nel vocabolario della mia testa non esistono più; molti termini non esistono più.


    Io non possiedo niente.

    Ma secondo voi realmente esistono gli amici? I complici? Gli amanti? La ricchezza? Il tempo? Parti della vita di qualcuno in noi? O delle nostre in qualcuno?

    Illusioni che vagano sornione.

    Mi tranquillizza un po’ il pensare che siamo una sorta di energia di una vita ancora sconosciuta, mai descritta.

    E comunque anche se oggi fossimo un pregio o un difetto, non abbiamo più diritti, neanche attraversando sulle strisce pedonali.

    Siamo degli eccipienti.

    Se volete sapere chi siete veramente, non fate domande, inquinereste la via già piena di pattumiera che percorriamo.

    Siamo come apprendisti e forse è un bene non raggiungere mai la professionalità, ci renderebbe troppo sicuri di noi e ci appagheremmo di un arrivo che in verità non esiste.

    Io non mi fermerò mai, ma non ho traguardi da raggiungere.

    Ho semplicemente una strada davanti che percorro fischiettando.

    Quando mi chiedono come sto, sintetizzo quella che dovrebbe essere un’ora di risposta dicendo: “dubbioso”.

    Sono circondato da dubbi, nebbia che ti fa correre più veloce con il timore/desiderio di andarsi a schiantare.

    Ce la pigliamo con gli altri anziché col destino per non suicidarci.

    Ce la pigliamo con gli altri anziché con noi stessi per non suicidarci.

    Il destino e noi quindi siamo la stessa cosa.

    Siamo stupidi, recitiamo dentro di noi il dramma che viviamo.

    Le nostre tentazioni creano onde nell’universo, ci fanno desiderare la vita facendoci sentire la vita, ma solo come altri la intendono.

    Poi, quasi sempre, anneghiamo.

    Ma chi ha creato la tentazione?

    Io licenzio, dissolvo questo Creatore, così rimane il non essere.

    Nessuna grandezza.

    Si ricrea la natura nel vuoto.

    Andrea Maino

    Goethe, Andy Warhol, 1982

     

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