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    SPIGOLATURE: Regole per scovare il potere

    El Lissitzkij – Spezza i bianchi col
    cuneo rosso – 1919

    L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, utilizzando insomma la tecnica del diluvio.

    Il secondo trucco è creare il problema e poi offrire la soluzione.

    Si creano attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.

    Ma anche creare una crisi economica per far accettare, come male necessario, la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

    Terzo: la strategia della gradualità.

    Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.

    In pratica applicare la “Finestra di Overton”.

    Quattro: rivolgersi alla gente come a dei bambini.


    Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono da maestra elementare.

    Cinque: usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.

    Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo.

    Questo sistema permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, o per indurre comportamenti tipo “oggi mi percepisco”…

    Sei: mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.

    Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche e i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.

    Sette: stimolare il pubblico a essere favorevole alla mediocrità.

    Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti o che sia fantastico ascoltare influencer che proclamano assioma farlocchi…

    Otto: rafforzare il senso di colpa.

    Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile delle proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.

    Così anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione in cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire.

    E senza azione non c’è rivoluzione!

    Nove: … nove… nove? …

    Ecco lo sapevo!

    Stanno evaporando i miei postulati, capisco chiaramente che come vivo ora cancello la determinazione a guardare in faccia alla realtà.

    Oggi non riesco più a elaborare un’idea.

    Vorrà dire che un giorno troverete il mio cervello spappolato su un 32 pollici in adorazione per un reality show. 

    Andrea Maino

    El Lissitzkij – Spezza i bianchi col cuneo rosso – 1919

     

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