Le recenti raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano chiaro: lo zucchero non deve essere assunto in quantità superiore al 10% dell’apporto calorico totale giornaliero.
I funzionari sanitari e gli esperti insistono infatti che il vero nemico della salute, oltre al sale e ai grassi, è lo zucchero, presente sempre più frequentemente in bibite e cibi confezionati.
A supportare i potenziali rischi che derivano da un suo uso eccessivo, il neurologo Benito Maceira, una delle massime autorità in materia e con oltre mezzo secolo di esperienza in medicina, avrebbe parlato di una vera e propria catastrofe sanitaria, la cui gravità suggerirebbe un intervento mirato proprio nelle isole Canarie da parte della OMS, come già avvenne per la regione del nord della Karelia, in Finlandia, negli anni 70 al fine di arginare il problema dell’obesità.
Le isole Canarie hanno infatti il più alto numero di morti per infarto di tutto lo stato e un milione e mezzo di canari risulterebbe in sovrappeso, dei quali 760.000 in condizione di obesità.
L’Arcipelago è leader nell’obesità infantile in Europa e, insieme a Stati Uniti e Messico, nel mondo.
La Catalogna è stata la prima comunità autonoma spagnola ad aver preso seriamente in considerazione l’avvertimento della OMS, aumentando la tassa delle bevande zuccherate per scoraggiarne l’abuso, soprattutto tra i più giovani.
La tassa, entrata in vigore il primo maggio, dovrebbe essere introdotta anche dal governo canario unitamente alla maggiorazione dell’imposta su prodotti da forno, anch’essi ricchi di zucchero e largamente consumati sulle isole.
Le polemiche riguardo la giustificazione dell’aumento di alcuni prodotti come tentativo di frenare il sovrappeso di una popolazione non sono mancate ma, che sia lecito o meno inserire una tassa anti obesità, la realtà dei fatti vede i cittadini canari come i più grassi di tutta la Spagna, un motivo sufficientemente valido per sensibilizzare l’opinione pubblica a ridurre lo zucchero nella dieta.
Lo specialista in endocrinologia e nutrizione dello Hospital Universitario de Canarias, Luis Morcillo, avverte che nelle isole il 50% della popolazione supera abbondantemente il peso medio suggerito dagli esperti, nello specifico il 20% soffrirebbe di obesità e il 30% di un peso maggiore di quello normalmente previsto.
L’allarme è rivolto a tutta la popolazione ma in particolare ai bambini che, nel caso del consumo di bevande zuccherate, tendono a sviluppare una dipendenza che non solo può durare tutta la vita, ma che cela conseguenze negative per la salute, come il diabete.
Nel caso di una persona che soffre di obesità, precisa Morcillo, sono molti i fattori che concorrono, tra i quali la sedentarietà e una dieta ad alto contenuto calorico dove lo zucchero è protagonista.
Sotto accusa quindi il carrello della spesa, dove risulta poco pesce e troppe bevande zuccherate acquistate, così come risultano carenti frutta e verdura.
Lo zucchero non è dannoso, tengono a precisare gli esperti, ma è pericoloso il modo in cui viene consumato e ovviamente la quantità che, benché si consigli di non superare il 10%, si suggerisce dovrebbe essere in realtà inferiore al 5%.
L’idea di inserire una tassa sulle bibite gassate si è rilevata efficace in Messico, dove il loro consumo si è ridotto del 12% in un solo anno e lo stesso Regno Unito sta pensando di adottare una simile strategia, nonostante, come ricordano gli esperti, lo zucchero sia spesso contenuto in una serie di alimenti troppo vasta per poterne controllare la corretta assunzione.
Bina Bianchini