Il diffondersi della pandemia di Coronavirus in tutto il mondo ha reso molto difficile anche la vita dei pensionati residenti all’estero: rispettare le procedure per la campagna di certificazioni di esistenza in vita utili al pagamento delle pensioni (Cev) e per l’invio dei Red Est, cioè i moduli attraverso cui vengono validati i redditi dei pensionati, utili a ottenere l’accesso alle prestazioni assistenziali legate alla pensione, si è rivelato per molti un’impresa impossibile.
Però l’Inps ha deciso di intervenire rimodulando la tempistica delle campagne.
Per i pensionati residenti in Sud America, Centro America, Nord America, Asia, Estremo Oriente, Paesi Scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi, l’Inps ha rinviato ad agosto 2020 la seconda fase del processo di verifica.
La conclusione della procedura è fissata per dicembre.
Se il certificato di esistenza in vita non sarà presentato entro la fine dell’anno il pagamento della rata di gennaio 2021 della pensione, in contanti, avverrà presso le agenzie Western Union del Paese di residenza, se possibile.
In caso di mancata riscossione o di mancato invio del certificato di esistenza in vita, il pagamento della pensione viene sospeso a partire dalla rata di febbraio 2021.
Per i pensionati residenti in Europa, Africa e Australia, la procedura era già conclusa e il certificato di esistenza in vita avrebbe dovuto essere inviato entro il 13 febbraio 2020: nei casi in cui non si siano rispettati i termini, a causa dei problemi riscontrati nel riscuotere la rata presso le agenzie Western Union, la pensione non verrà sospesa da questo mese e gli interessati potranno concludere la procedura entro fine anno.
Per i pensionati residenti all’estero, titolari di prestazioni assistenziali legate alla pensione, la scadenza per l’invio online delle dichiarazioni per le campagne Red Est 2019 (con riferimento ai redditi del 2018) e 2018 (con riferimento ai redditi del 2017 è stata spostata al prossimo 18 maggio.
(Inform)