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    Spagna, Ambasciatore Guariglia: “Un bilancio molto positivo”

    Ambasciatore Riccardo Guariglia

    Intervista de “La Voce d’Italia”, redazione di Madrid.

    Siamo ormai agli sgoccioli. Sono questi, infatti, gli ultimi giorni dell’Ambasciatore Riccardo Guariglia in Spagna. È in procinto di tornare a Roma per assumere il delicato incarico di Segretario Generale della Farnesina, ruolo che lo porta ai vertici della diplomazia italiana, una promozione avvenuta dopo due anni di intenso lavoro diplomatico in Spagna.
    Questi, per l’Ambasciatore Guariglia, sono giorni di frenetica attività in cui concilia gli aspetti burocratici inerenti la chiusura di una gestione diplomatica con i tradizionali saluti di commiato. Per esempio, la visita al Principato di Andorra, dove è stato ricevuto dalla Ministra degli Esteri, Maria Ubach Font; o il saluto alla nostra Collettività, nell’elegante palazzone di “Amboage” e il simpatico incontro con gli “orsetti” del Club di Rugby “Orsi Italiani di Madrid” nei giardini dell’Ambasciata. L’Ambasciatore Guariglia, nonostante i tanti impegni, ha risposto ad alcune domande del nostro Giornale.
    – Sono trascorsi circa tre anni dal suo arrivo in Spagna, potrebbe fare un bilancio della sua missione diplomatica in terra spagnola?
    – E’ un bilancio molto positivo dal punto di vista del rafforzamento delle relazioni bilaterali, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e successivamente alla guerra in Ucraina. Sono due i momenti salienti che vorrei evidenziare: il diciannovesimo Vertice italo-spagnolo di Palma di Maiorca, che si è svolto in piena emergenza covid-19 nel novembre 2020 e ha visto la partecipazione di nove ministri per parte, oltre ai rispettivi Capi di Governo nonché la Visita di Stato del Presidente della Repubblica Mattarella in Spagna del novembre 2021: l’ultima visita di tale rango risaliva al secolo scorso! Inoltre, in questi anni sono state numerose le visite di rappresentanti del governo italiano, e sono aumentati i contatti diretti a livello ministeriale. Sono aumentati gli investimenti reciproci e l’interscambio. Si sono sviluppate, in tutto il Paese, le iniziative culturali e, più in generale, si è moltiplicata la presenza dell’Italia ovunque. Insomma, abbiamo potuto vedere risultati concreti a 360 gradi! Nel mio lavoro quotidiano ho trovato sempre interlocutori disponibili al dialogo e alla comprensione reciproca, che mi hanno espresso il loro apprezzamento per l’Italia e la loro volontà di collaborare assieme in vari ambiti in modo proficuo. In particolare, tutte le iniziative di diplomazia pubblica promosse e sostenute dall’Ambasciata hanno sempre trovato un’ottima accoglienza da parte del pubblico spagnolo, che ringrazio infinitamente per il suo calore.
    – A suo giudizio, quali sono gli elementi che più uniscono la Spagna e l’Italia?
    – Italia e Spagna sono due Paesi profondamente connessi da un punto di vista storico, economico e culturale, e assieme rappresentano più del 25 per cento della popolazione dell’Unione Europea. Siamo due Paesi mediterranei: il mare che ci unisce è la nostra fonte comune di ricchezza. Condividiamo anche la dieta mediterranea, nonché il piacere della convivialità, direi pure il valore della famiglia. Non a caso ci sono molte famiglie miste italo-spagnole, e la Spagna è la meta prediletta dagli studenti italiani per affrontare un periodo di studio e di vita all’estero. Certamente, i nostri studenti Erasmus rappresentano una fittissima rete di legami che creano importanti potenzialità nei nostri rapporti bilaterali e nella cooperazione tra i nostri due Paesi, anche nel segno di un’Europa più unita. Voglio citare anche la nostra meravigliosa collettività, perfettamente integrata, che cresce, a ritmi ineguagliati in altri Paesi, di oltre il 5% annuo, e che rappresenta sicuramente uno dei migliori elementi di unione tra i nostri due Paesi: i nostri connazionali sono tutti splendidi portatori del nostro tricolore! Più in generale, penso che siamo due Paesi legati da radici comuni e che hanno un destino comune, nell’ambito del bacino mediterraneo e dell’Unione europea. Senza dubbio, assieme siamo una forza e dobbiamo continuare lungo questo percorso.
    – Cosa si porta della Spagna, dopo circa tre anni di missione diplomatica?
    – Sono stati anni molto belli quelli che ho trascorso in Spagna, indimenticabili. Ho visitato quasi tutto il Paese in missioni di lavoro ma anche privatamente e ho conosciuto le principali città ma pure realtà meno note, al di fuori del turismo di massa. Tra meravigliosi paesaggi naturali e città storiche che sembrano musei a cielo aperto, sono rimasto spesso colpito dalla varietà della bellezza e direi parallelamente anche dalla bellezza della varietà: dalla gastronomia, alle tradizioni spagnole, dalla ricca cultura alla storia variegata. Avendo poi io un’origine napoletana, ho spesso ricercato luoghi o tesori d’arte legati in qualche modo a Napoli, una città con fortissime reminiscenze spagnole: ne ho trovati tantissimi! Ho avuto anche la fortuna di stringere amicizia con moltissimi spagnoli: amicizie genuine, forti, vere. Posso certamente assicurarle che in questo Paese lascerò un pezzo del mio cuore.
    (La Voce d’Italia, redazione Madrid, 20 febbraio/Inform)

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