Nell’Isola del Meridiano hanno avuto a che fare con soli quattro casi di coronavirus finora.
Ma se contiamo come casi di El Hierro solo chi ha la tessera sanitaria locale, i casi allora si riducono ad uno solo, il primo signore del 20 marzo di quest’anno, mentre gli altri 3 pazienti erano turisti casualmente nell’isola.
Il presidente del Cabildo, Alpidio Armas, afferma che è chiaro che prima di allentare il confino, sarebbe necessario fare delle prove di Covid-19 alla maggior parte degli herreños.
“I test di massa sulla popolazione ci daranno una radiografia esatta della situazione sanitaria di ciascuno dei nostri cittadini e questo è fondamentale per qualsiasi misura. Senza test, sarebbe un azzardo”, continua.
Armas avverte anche che l’apertura deve essere una questione progressiva e graduale, “senza che ciò implichi un ritorno alla normalità conosciuta prima della pandemia di Covid-19”.
“Dobbiamo tutti essere consapevoli che questa nuova realtà comporta un brusco cambiamento nelle nostre vite, nel modo in cui ci relazioniamo e interagiamo con il resto della società”, dice il presidente Herreño, che ritiene che la pandemia di Covid 19 abbia reso “invidiabile la vita che avevamo fino ad ora”.
Alpidio Armas non sa ancora se l’apertura partirà da La Gomera, El Hierro o La Graciosa, e ancor meno come sarà affrontata.
Secondo lui, sarà bene che i cittadini possano uscirsene dalle case, ma con alcune restrizioni e con i criteri degli esperti.
Armas vede la possibilità che il 26 o 27 aprile, con la fine della seconda proroga dello stato di allarme, oltre che i bambini sotto i 14 anni possano uscire a passeggiare una volta al giorno, lo stesso potrebbe valere, a suo avviso, anche per gli adulti, per un tempo determinato e limitato, con la minima interazione tra le persone e nel rispetto della distanza sociale e della prevenzione del contagio.
Questo potrebbe essere positivo per la popolazione in generale e, se realizzato secondo le regole, non deve significare un rischio estremo.
dalla Redazione