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    Un ristorante da assaporare anche con la storia

    Un ristorante da assaporare anche con la storia

    Il progetto di cucina concettuale ispirato al cibo degli indigeni canari, nato a Tenerife con il ristorante Aborigen e che ha avuto un “fratello minore” a El Hierro, 8Aborigen, diventa ora un “fratello maggiore” nella nuova sede di Valverde con un menu senza eguali in tutto l’Arcipelago.

    Dopo quasi due anni di partecipazione al progetto gastronomico “Archeologia del Gusto” presso il museo Cueva Pintada di Gáldar, la cucina creativa radicata nel mondo indigeno dello chef Marcos Tavío ha finalmente portato a maturazione il percorso iniziato, nel 2018, presso il suo ristorante Aborigen a Tenerife.

    “Tutta questa esperienza mi ha fatto evolvere e, culturalmente, ho imparato molto”, dice quando sta per aprire il suo nuovo 8Aborigen a Valverde, che definisce il fratello maggiore del primo Aborigen.

    Come se fosse un profilo stratigrafico, il menu degustazione Tabburt n tegrest  (Solstizio d’inverno) è “una degustazione archeologica” per ripercorrere la storia dell’insediamento primitivo e della sua successiva evoluzione nelle Isole Canarie e, in particolare, a El Hierro, in dodici piatti concettualmente ben studiati ed evoluti in una cucina senza eguali nell’Arcipelago.

    Un ristorante da assaporare anche con la storiaL’avventura è iniziata l’8 febbraio.

    Un ristorante che, quando si torna a casa, ricorda il luogo del mondo in cui si è stati.

    Un ristorante che, quando si gusta la sua cucina, ci fa sentire parte del luogo.


    “VOGLIO RAVVIVARE L’INTERESSE PER IL
    CULTURA CANARIA ANCESTRALE ATTRAVERSO
    ATTRAVERSO LA CUCINA”.

    [MARCOS TAVÍO]

    L’isola è una dispensa unica che ci fornisce il 100% dei prodotti che cuciniamo.

    Ne attingiamo in modo ecologico e sostenibile, tenendo presente la cosa più importante: il piacere del commensale.

    Creiamo un’esperienza gastronomica unica sulle isole, con un viaggio immaginario attraverso concetti indivisibili come origine, territorio e identità.

    Trasformiamo la storia in aromi e i sapori in storia.

    Nel II secolo d.C., diversi gruppi umani arrivarono sulla nostra isola in cerca di una nuova vita.

    Partirono dal Nord Africa portando con sé i semi di orzo, grano, lenticchie, piselli e fave.

    Le talee di fico, il maiale, la capra e le pecore testimoniano il loro desiderio di una nuova casa lontano dal continente.

    Leggono il cielo e le stelle. Veneravano il sole, Magec.

    Un ristorante da assaporare anche con la storiaLa saggezza cosmica che possedevano avrebbe permesso a questa tribù berbera, chiamata benbachir, di sopravvivere in un territorio ostile, pieno di eruzioni e lunghe siccità.

    Si riunivano sulle montagne, sulla costa e pescavano senza andare in acque profonde.

    Hanno raccolto erbe e piante, fragole e tuberi. Le usavano per curarsi e per nutrirsi.

    Coltivavano, macinavano e tostavano i cereali per fare il gofio, il loro cibo principale. Lo mangiavano con patelle, burgados, viejas, alghe e pejines.

    Fichi, funghi, carne di maiale, di capra e di pecora hanno nutrito il loro popolo per secoli.

    Siamo l’incrocio della cultura agro-pastorale dei primi coloni con quella che sarebbe arrivata secoli dopo con la conquista.

    LA CUCINA È UN MODO MERAVIGLIOSO PER RACCONTARE CIÒ CHE È ACCADUTO NELLA NOSTRA STORIA, COM’È LA NOSTRA CULTURA E COM’È IL POPOLO CANARIO”. [ MARCOS TAVÍO ]

    Bina Bianchini

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