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    Spigolature aprile: Causa ed effetto

    Causa ed effetto

    Francisco Goya,
    Saturno che divora i suoi figli, 1820

    Mi ha sempre dato un po’ di fastidio quanto asserivano al catechismo, cioè che dovevamo soffrire per “scontare” il peccato originale.

    Nel 410 d.C., sant’Agostino si trovava a Roma, già convertita al cristianesimo, quando questa fu saccheggiata da Alarico.

    I romani si credevano immuni da queste avversità, cioè erano convinti, essendo cristiani, di godere della protezione di Dio.

    Così Agostino d’Ippona risolse il loro sconcerto elaborando la dottrina del peccato originale.

    Soluzione “politica” direi.

    Per inciso Adamo ed Eva avevano un’incapacità assoluta di distinguere il bene dal male.

    In altri termini, un peccato non poteva essere interpretato come tale da chi non aveva alcuna coscienza né percezione di questa differenza.

    Adamo ed Eva erano incapaci di intendere e di volere in termini etici e morali, dunque non avrebbero potuto generare un “delitto”.


    Piuttosto ciò che dobbiamo scontare deriva esclusivamente dalle nostre scelte; forse anche per quelle degli altri ma, non di rado, queste ultime sono solo, in verità, il riflesso delle nostre.

    Ogni giorno facciamo decine di scelte e quelle che vanno a buon fine paiono la conclusione naturale della nostra sagacia, mentre quelle che si concludono con un niente, o addirittura provocano danni, non sempre le imputiamo alla nostra imprudenza e avventatezza.

    Ma qui non parlo delle cose “quotidiane” semplici, insignificanti per l’analisi di quanto vorrei illustrare, qui mi riferisco a quelle catastrofi che paiono impossibili da frenare, che consideriamo non imputabili a noi, che non riusciamo a dominare.

    Quelle, per intenderci, che fanno dire: “come può permette Dio di far accadere queste cose?”

    Ma quale è stato l’innesco di questi avvenimenti? Il denaro? L’avidità? Il potere? L’ottusità? L’ingenuità?

    Per imputare all’arroganza dell’uomo una “famiglia” di disastri possiamo spaziare dal Talidomide (le donne trattate con talidomide, per agevolarle nel parto, davano alla luce neonati con gravi alterazioni come assenza degli arti), al Fukushima Dai-ichi (l’incidente nucleare in Giappone causato da una gestione superficiale della sicurezza) e ancora all’incidente nello stabilimento di Bhopal (che produceva fitofarmaci per proteggere le culture, cioè dare sicurezza alle coltivazioni di coloro che ha poi ucciso), e mille altri casi ancora.

    Possiamo parlare di tumore per fumo o per amianto.

    Possiamo proseguire con le “bolle speculative” (esempio quella dei derivati subprime che ha messo in ginocchio mezzo mondo) o anche con il “mercoledì nero” del 1992 quando la lira italiana e la sterlina inglese furono costrette ad uscire dallo SME, in conseguenza di una speculazione finanziaria da cui ricavò profitto il finanziere George Soros.

    Anche qui si possono citare migliaia di casi in cui appare evidente che fu l’avidità dell’uomo il detonatore delle tragedie.

    E non cito la nostra volontà di ottenere le “comodità veloci” che hanno permesso di costruire e forgiare il mondo senza valutarne le conseguenze.

    E attenzione a ciò che diceva Oriana Fallaci: “Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia. Il vero potere ti strozza con nastri di seta, garbo, intelligenza”

    Andrea Maino

    Francisco Goya, Saturno che divora i suoi figli, 1820

     

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