La caduta dei mercati turistici di paesi come il Marocco, la Tunisia e l’Egitto ha provocato un incremento del turismo nell’Arcipelago, incluso quello sessuale che nelle località africane era particolarmente attivo, con conseguente aumento dei casi di epatite A sulle isole.
La Dirección General de Salud Pública del Gobierno canario ha reso noti numeri allarmanti circa la contrazione della epatite A che è stata pari a 200 casi nei primi mesi del 2017 contro i 5 verificatisi nello stesso periodo dell’anno precedente.
Tutto il territorio nazionale, informano le fonti governative, ha mostrato una tendenza al rialzo generale della patologia, con 2.700 casi dall’inizio dell’anno ad oggi.
L’incidenza più elevata nelle isole dell’Arcipelago è relativa a Tenerife, con più della metà della popolazione interessata, a causa del più alto numero di turisti che vi approdano, pari ad oltre 4 milioni; seconda con il 25% di casi di epatite A è risultata Gran Canaria.
Un vero e proprio allarme sanitario che ha portato la sanità pubblica a raccomandare caldamente la vaccinazione per le persone appartenenti a categorie a rischio, quali quelle che praticano sesso promiscuo.
La maggior parte delle infezioni riguarderebbero uomini con una percentuale dell’80% e secondo l’ex direttore generale della sanità pubblica del governo, Ricardo Redondas, esistono prove analitiche per affermare con certezza che la maggior parte dei casi sono relativi a trasmissione sessuale, seguiti in minor misura da assunzione di acqua contenente materia fecale.
Ricardo, che recentemente ha partecipato ad un dibattito dal tema Sanidad en Agaete, alla domanda circa il presunto legame dell’incremento dei casi di epatite A con l’invasione delle coste di microalghe, avrebbe affermato che in realtà la causa principale è da riferirsi a trasmissione sessuale avvenuta con pratiche come il sesso anale e orale.
Le raccomandazioni di vaccinazioni in tal senso si sono concentrate su uomini omosessuali di età compresa tra i 19 e i 50 anni, seguiti da persone transessuali per cui si è reso necessario un aumento delle dosi dei vaccini presso i centri di salute di Tenerife e di Gran Canaria.
Sul tema permane ancora una certa reticenza da parte dei soggetti ammalati, che negano per lo più di aver avuto rapporti sessuali a rischio, benché gli esperti di analisi del fenomeno della prostituzione abbiano evidenziato che l’incremento della patologia si sia verificato dopo la chiusura al turismo dei paesi dell’Africa settentrionale.
Il problema, ribadiscono, non è solo delle Canarie ma di tutte le località turistiche della Spagna.
La epatite A è un’infezione acuta causata da un virus che viene trasmesso prevalentemente per via fecale orale, anche se vi sono casi in cui la trasmissione avviene attraverso alimenti o acqua contaminata e per contatto sessuale anale-orale.
Nello scorso anno il Gobierno aveva redatto una informativa commissionata dall’Instituto de Igualdad alla Università di La Laguna, nella quale si evidenziava l’aumento della prostituzione giovanile sulle isole per effetto dell’aumento del turismo sessuale.
La relazione in particolare spiega come in una condizione quale quella dell’Arcipelago, con 600.000 persone sotto la soglia di povertà e 300.000 in cerca di un lavoro, la prostituzione sia diventata un’alternativa di reddito familiare per nuclei giovani ed a basso reddito.
La particolare posizione strategica delle isole ha contribuito a far sì che divenissero una delle maggiori mete di traffico e di tratta di donne sfruttate sessualmente, dove prima erano Marocco e Egitto ad avere una forte dipendenza dall’economia sommersa legata alla prostituzione, considerata tabù in paesi islamici ma fortemente redditizia per intere famiglie.
di Michele Zanin