Per comprendere cosa lega due paesi come l’Arcipelago delle Canarie e il Regno Unito, occorre fare qualche passo indietro e conoscere uno dei momenti più importanti nella storia di entrambi, nel quale il secondo, a dispetto di tutte le previsioni, venne sconfitto dal primo.
Molti non sanno infatti che se nel luglio del lontano 1797 l’attacco della flotta comandata dall’ammiraglio Nelson a Santa Cruz de Tenerife fosse andato a buon fine, oggi nelle isole si parlerebbe inglese anziché spagnolo.
Il desiderio di conquistare questo angolo di paradiso da parte del Regno Unito risale al XVI secolo, con scorribande corsare e attacchi ufficiali dove i nomi di Francis Drake, John Hawkins, Walter Raleigh, Woods Rogers, John Jennings e Charles Window passarono alla storia.
Ma fu solo nel 1979 che la Marina britannica decise di tentare la conquista delle isole Canarie sferrando un colpo che ben lasciava sperare al Regno Unito di ampliare con successo i propri possedimenti.
Partito con 9 navi da guerra e 3.700 soldati, l’ammiraglio Lord Horatio Nelson, eroe nazionale dell’impero britannico per missioni che lo videro vincitore, attaccò Santa Cruz di Tenerife il 25 luglio del 1797 in quella che passò alla storia come Gesta del 25 de Julio.
La difesa tinerfeña composta da soli 1.600 uomini, a dispetto della evidente inferiorità, non solo respinse l’offensiva ma lasciò Lord Nelson ferito così gravemente da rendersi necessaria l’amputazione di un braccio.
Ritiratosi di fronte alla pronta reazione degli isolani, a Lord Nelson vennero concessi onori e sfilate in segno di rispetto e nella speranza che il Regno Unito non tornasse con una flotta più ingente, la cui superiorità avrebbe creato una facile breccia nel piccolo ma valoroso esercito tinerfeño.
Santa Cruz de Tenerife dedicò una strada all’ammiraglio inglese che, nonostante la potenza navale più importante del secolo, nell’Arcipelago trovò un’amara sconfitta.
Ma il Regno Unito non si fermò con Nelson e molto tempo dopo Winston Churchill, attraverso l’operazione Pilgrim, programmò di conquistare Gran Canaria e Tenerife, attaccando il porto di La Luz e Gando, se il dittatore Franco avesse deciso di entrare nel conflitto mondiale a fianco della Germania di Hitler.
Tra i due eventi, vale la pena di ricordare che durante l’occupazione della Spagna da parte delle truppe francesi nel 1808 per mano di Napoleone, la Junta Suprema de Canarias pianificò l’indipendenza dalla corona spagnola per convertirsi in protettorato britannico e integrarsi agli Stati Uniti sotto il Brasile o nell’America spagnola.
Al tempo le isole erano sotto l’egida del marchese Alonso de Nava y Grimón di Villanueva del Prado, che decise di imbarcarsi alla volta del Regno Unito per negoziare della proposta direttamente con il Governo, impresa fallita tragicamente con l’affondamento della nave.
In realtà, come insegnò poi la storia e gli eventi che si susseguirono, non furono necessari invasioni militari o integrazioni volontarie per far sì che i rapporti tra Regno Unito e Canarie fossero mantenuti.
Commercio e turismo furono sufficienti.
Molte delle aziende britanniche del traffico marittimo dei porti di Las Palmas e di Santa Cruz de Tenerife, stabilitesi fin dal XIX secolo, furono responsabili della fornitura di carbone e di piccoli cantieri navali nonché dell’esportazione dei prodotti dell’agricoltura dell’Arcipelago, tanto da creare a Londra, nel quartiere di Tower Hamlets, una zona ricca di attività nota come Canary Wharf.
E se oggi il Regno Unito con Brexit saluta l’Europa senza troppa nostalgia, le relazioni con l’Arcipelago non cesseranno di esistere.