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    Al centro della questione affitti turistici alle Canarie

    La questione affitti turistici ha coinvolto anche l’organo di tutela dei diritti della cittadinanza, la Defensora del Pueblo, che già nella sua relazione del 2015 criticò la regolamentazione della fruizione turistica degli alloggi approvata dalle comunità autonome a causa della derivata limitazione della libertà dei proprietari, non ritenendo nello specifico ragionevoli le motivazioni per cui un cittadino debba concedere in affitto turistico il proprio appartamento attraverso una società.

    Nel caso delle isole Baleari, la normativa impedisce ai proprietari di appartamenti di concedere gli stessi a uso turistico, a meno che l’attività di affitto venga ceduta alla stessa società che vende il resto delle unità immobiliari del medesimo edificio.

    La Defensora del Pueblo ha suggerito che nel caso si presenti questa particolare situazione in cui  coesista sia l’uso residenziale che quello turistico, i soggetti dovrebbero essere autorizzati a offrire i propri alloggi ai turisti senza restrizioni e al pari delle società di cui sopra.

    Relativamente alle Baleari, l’organismo di tutela ha ricevuto una denuncia per quanto proposto.

    Le comunità autonome con responsabilità in materia di turismo, possono legiferare sopra la questione mediante la modifica della Ley de Medidas de Flexibilización y Fomento del Mercado del Alquiler, legge che limita la locazione delle case e degli appartamenti per le vacanze da parte di entità individuali, collegando la regolamentazione di questo tipo di ricettività turistica alla legislazione sul turismo.

    La Ley 4/2013 del 4 di giugno di facilitazione e promozione del mercato degli affitti, escluse di fatto dalla Ley 29/1994 LAU (Arrendamientos Urbanos), la cessione temporale di utilizzo della totalità di un alloggio ammobiliato e equipaggiato per uso immediato, commercializzato e promosso in canali di offerta turistica con fini di lucro, quando questo risulti sottoposto a regime specifico di derivazione della norma di settore.

    Questo per dire che le normative vigenti in Spagna relative all’offerta di case vacanza, tranne che alle Baleari, alle Canarie e in Catalogna, sono lassiste e irregolari, benché la maggior parte coincidano con il dovere di iscrizione in un apposito registro degli alloggi, una reperibilità di 24 ore e il divieto di affittare camere singole all’interno dell’alloggio.

    Affittare camere singole è vietato dalla normativa espressamente nelle sei comunità che hanno regolamentato la questione degli affitti turistici.


    La maggior parte delle comunità autonome, vale a dire Catalogna, Andalucía, Aragón e Canarie, obbliga al registro delle proprietà presso l’organo turistico di competenza, il che implica la soddisfazione di una serie di requisiti e di condizioni specifiche da parte dei proprietari e il possesso di regolare licenza che consenta di destinare gli alloggi a uso turistico.

    L’Andalucía in particolare presenta uno tra gli standard più avanzati in merito alla questione; gli alloggi di questa comunità autonoma aventi fini turistici dispongono di tre mesi, entro il mese di maggio, a partire dalla pubblicazione nel Boletín Oficial de la Junta de Andalucía (BOJA) per essere iscritti nel Registro de Turismo de Andalucía.

    E la CNMC, Comisión Nacional de Los Mercados y la Competenzia, raccomanda una maggior libertà di accesso al mercato degli affitti turistici in seguito alla nascita di realtà come Airbnb, eliminando qualsiasi tipo di moratoria nell’autorizzazione di nuovi alloggi, eliminandone l’iscrizione e i requisiti di esistenza.

    di Grazia Riolo

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