Sarebbe pari al 6,3% la percentuale di tabacco di contrabbando in Spagna che proviene dalle Canarie e che mette in allarme il settore industriale delle sigarette.
Il 9,2% del totale dei pacchetti di sigarette consumati in Spagna risulterebbe illegale, percentuale che si traduce per l’Agencia Tributaria in una perdita stimata di 828 milioni di euro.
Dal suo picco del 2014, quando il tabacco di contrabbando raggiunse il 12,5% del totale dei pacchetti di sigarette acquistati, si è registrata una riduzione progressiva del fenomeno che nel primo semestre del 2016 è stato dell’8,2%, per poi crescere nuovamente al 9,2%.
Come si determina la presenza di tabacco contraffatto sul mercato?
Le ricerche effettuate prevedono la raccolta dei pacchetti per le strade di ogni città, che viene suddivisa in cinque zone, e la successiva analisi delle caratteristiche tipiche dei pacchetti legali, vale a dire le avvertenze sanitarie, le imposte fiscali e i marchi unici del fabbricante.
In seguito avviene un’analisi forense che determina se si tratta di pacchetto autentico o contraffatto; ma il vero problema non è tanto la contraffazione, quanto la vendita illegale.
Le società che hanno subito più contrabbando dei propri marchi sono state la Ducal, con il 18,2%, la Marlboro con il 14,3%, la Winston con il 10,7%, Chesterfield con l’8%, American Legend con il 7,4%, Fortuna con il 5,9%, Camel con il 4%, Lucky Strike 2,5% e marchi sconosciuti per il 14,9%.
Relativamente ai paesi d’origine, lo studio effettuato rivela che il 21,5% di tabacco di contrabbando consumato in Spagna proviene dal Regno Unito, seguito dai Duty Free per un 18,5%, Andorra 15,3%, Canarie 6,3%, Ucraina 4,4%, Algeria 2,2% e Bielorussia 2,2%.
La conclusione dello studio è che il commercio di contrabbando non corrisponde ad un problema di falsificazione, visto che solo lo 0,3% del totale dei pacchetti consumati è risultato contraffatto, bensì deriva da mancanza di controllo da parte dei produttori.
Le società di tabacco, in buona sostanza, non controllerebbero a sufficienza i propri canali di produzione, provocando una saturazione nel mercato spagnolo.
di Franco Leonardi