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    A tu per tu con von Humboldt

    Foto di Francesco D’Alessandro

    Cari amici girovaghi di Tenerife, questo mese vi propongo una passeggiata facile facile, ma molto suggestiva, in cui superando la voragine dei secoli avrete come me il piacere di guardare negli occhi e di stringere ammirati la mano del naturalista, geografo ed esploratore berlinese Alexander von Humboldt, anche lui come noi innamorato di Tenerife;

    un incontro non in carne e ossa naturalmente, dato che von Humboldt da oltre un secolo e mezzo è partito ad esplorare altri universi infiniti, ma con la sua statua, che seduta su muricciolo del Mirador a lui intitolato ininterrottamente ammira sotto il sole rovente o il firmamento stellato, con la calima o con il terso cielo azzurro, La Orotava alla sua sinistra e sotto di sé le distese del Puerto de la Cruz e di Santa Úrsula.
    Foto di Francesco D’Alessandro

    Durante lo scalo a Tenerife della sua spedizione di esplorazione in Sudamerica, salpata il 5 giugno 1799 da La Coruña a bordo della nave “Pizarro” e sbarcata il 16 luglio seguente nel porto venezuelano di Cumaná, von Humboldt si inerpicò tra l’altro sul Pico del Teide, impresa a quel tempo verosimilmente ancora più ardua di oggi.

    Se volete unirvi a lui nella contemplazione dello splendido panorama, percorrendo la TF-217 dalla Orotava, o la TF-31 dal Puerto de la Cruz, o la Carretera Provincial da Santa Úrsula, arriverete comodamente in automobile al belvedere del Mirador de la Resbala, situato a qualche centinaio di metri dal suo in direzione della Orotava; là potrete comodamente parcheggiare, ammirare da un’altra angolazione lo splendido scenario e sostare placidamente sulle sue panchine, proseguendo poi a piedi verso il Mirador de Humboldt, dove il parcheggio è meno agevole.
    Fra i due Miradores, sullo stesso lato della carreggiata, sorge il maestoso Árbol de Bencomo, consacrato al Mencey (Re) guanche la cui statua si erge assieme a quelle di altri guerrieri sul lungomare di Candelaria.
    Bencomo si oppose strenuamente agli invasori spagnoli, nel 1494 li sconfisse duramente presso La Matanza – la cittadina il cui nome ancora  ricorda quella vittoria dei guanches – ma l’anno dopo fu a sua volta sconfitto e ucciso da una seconda spedizione spagnola comandata da Alonso Fernández de Lugo.
    Foto di Francesco D’Alessandro

    Ma torniamo al Mirador de Humboldt… un particolare bizzarro è l’altra statua di un enorme ramarro tipico di Tenerife, o lagarto in spagnolo, lungo parecchi metri e pigramente adagiato sul muro di cinta a sinistra dell’ingresso, invisibile dal basso tranne l’estremità della coda che sporge sopra il cancello d’ingresso.

    Per vedere interamente il lagarto si deve proseguire ancora per qualche centinaio di metri, imboccare sulla destra la salita di Calle Taoro e dopo una prima curva a gomito percorrerla fino alla seconda curva, dove da uno spiazzo si gode una spettacolare visione del Mirador e della valle digradante verso il mare.
    Buona passeggiata!
    Francesco D’Alessandro

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