L’Istituto Canario di Qualità Agroalimentare (ICCA) ha ricevuto la richiesta da parte della Federazione Provinciale delle Associazioni di Esportatori di Prodotti Ortofrutticoli della provincia di Las Palmas (FEDEX) per presentare la domanda di Indicazione Geografica Protetta (IGP) ”Pomodoro delle Canarie”, con l’obiettivo di ottenere per questo prodotto lo stesso marchio di qualità già ottenuto dal Plátano delle Canarie e, più recentemente, dall’Avocado delle Canarie.
Questi marchi europei garantiscono che la qualità o la reputazione del prodotto sono dovute all’ambiente geografico in cui è prodotto, compresi i fattori naturali e umani attribuibili all’origine, e lo distinguono quindi dalle altre produzioni di altre origini.
In questo modo, i marchi distintivi come l’IGP contribuiscono a promuovere l’economia rurale, in particolare nelle zone con limitazioni naturali o altri vincoli specifici, dalle zone montane ai territori lontani dal continente, come le RUP, dove i costi di produzione sono elevati rispetto al resto delle regioni comunitarie.
In merito alla procedura di registrazione di questo marchio, il direttore dell’ICCA, Luis Arráez Guadalupe, ha sottolineato che “al momento stiamo lavorando alla gestione di questa richiesta affinché la normativa europea sostenga la qualità differenziata di un prodotto così rappresentativo delle Canarie come il nostro pomodoro e lo protegga dalla concorrenza sleale di altre produzioni sui mercati”.
L’attuale richiesta di iscrizione del “Pomodoro delle Canarie” nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette rappresenta la ripresa di un’antica aspirazione del settore produttivo ed esportatore delle Canarie.
Va ricordato che questa iniziativa non è del tutto nuova, poiché circa dieci anni fa sia FEDEX che ACETO avevano già preso in considerazione questo passo fondamentale per la differenziazione del prodotto.
Tuttavia, diverse incertezze settoriali, normative, logistiche e di mercato hanno costretto a sospendere quel primo impulso.
L’aumento della sua produzione, storicamente destinata all’esportazione, è stato possibile grazie alla sinergia tra le eccezionali condizioni climatiche dell’arcipelago e lo sviluppo di una rete di trasporti marittimi che, dall’ultimo quarto del XIX secolo, ha catapultato la sua commercializzazione internazionale e ha segnato lo sviluppo dell’arcipelago canario, aprendo le porte al turismo nelle Canarie.
Proprio nel 2025, il settore festeggia con orgoglio i 140 anni di questa attività di esportazione, una pietra miliare che sottolinea il profondo radicamento e il valore patrimoniale, sociale e culturale di questo prodotto simbolo della campagna canaria.
Sotto questo marchio sarebbero protette, purché soddisfino i requisiti di identificazione e tracciabilità stabiliti nel disciplinare e nei controlli di qualità effettuati dall’ICCA, tutte le produzioni di “Pomodoro delle Canarie” (Lycopersicum esculentum Mill.) delle varietà Redondo Liso, Oblongo o alargado e Tomate Cereza, destinate al consumo fresco dopo il confezionamento e l’imballaggio in conformità con il quadro normativo vigente.
La Commissione Europea ha un termine massimo di sei mesi per esaminare la domanda, verificare la documentazione presentata e, se del caso, richiedere ulteriori informazioni.
Oltre all’avocado delle Canarie, recentemente insignito di questo marchio, attualmente i prodotti delle Canarie di qualità differenziata protetti da un’IGP sono il Gofio Canario, il Ronmiel delle Canarie e il Plátano delle Canarie, mentre i marchi di Denominazione di Origine Protetta (DOP) istituiti finora sono il Queso Palmero, Queso Majorero, Queso Flor de Guía / Queso de Media Flor de Guía / Queso de Guía, Papas Antiguas de Canarias, Miel de Tenerife e Cochinilla de Canarias, nonché le DOP dei vini (La Palma, El Hierro, Gran Canaria, Valle de Güímar, La Gomera, Lanzarote, Valle de La Orotava, Tacoronte-Acentejo, Abona, Ycoden-Daute-Isora e Isole Canarie).
Michele Zanin