Tra i sette vizi capitali, le inclinazioni negative intrinseche dell’animo umano, l’INVIDIA ha subito un’evoluzione significativa nel corso del tempo, spinta dalla crescente influenza del mondo digitale e dei social media.
Invidia: in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova dispiacere e astio per non avere noi quel bene e a volte un risentimento tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o qualità;
Questo sentimento, che affonda le sue radici nel latino “guardare contro, ostilmente, biecamente”, rappresenta un’emozione complessa, carica di amarezza e insoddisfazione, suscitata dal confronto con il successo, la felicità o lo status di un’altra persona.
L’invidia può trasformarsi in un odio profondo e in una frustrazione incontenibile, alimentata dal desiderio irrefrenabile di possedere ciò che l’altro ha.
Oggi, più che mai, l’invidia sociale si intreccia strettamente con i meccanismi del consumismo sfrenato, che spinge le persone a desiderare sempre di più, a confrontarsi costantemente con gli standard irrealistici imposti dalla società e dai media.
Questo costante confronto porta ad una continua insoddisfazione e ad un senso di inadeguatezza, alimentando ulteriormente l’invidia e il desiderio di possedere sempre di più, ma spesso senza far nulla!
Sul web, gli invidiosi trovano un terreno fertile per esprimere il loro risentimento e la loro amarezza, spesso nascondendosi dietro a false identità o nickname per criticare, insultare e denigrare chiunque sia oggetto della loro invidia.
Questo comportamento, oltre a essere moralmente riprovevole, evidenzia una profonda mancanza di empatia e rispetto per gli altri.
I meccanismi psicologici che guidano l’invidia sociale sono complessi e multifattoriali, ma spesso si basano su una combinazione di insicurezza personale, bassa autostima e mancanza di gratitudine per ciò che si ha già.
Da un lato, c’è la frustrazione per ciò che si vorrebbe avere o essere, dall’altro, c’è il desiderio irrefrenabile di essere al centro dell’attenzione e di essere ammirati dagli altri.
Questo costante bisogno di approvazione e di riconoscimento porta molte persone a cercare incessantemente di affermarsi sui social media, condividendo continuamente foto, stati d’animo e opinioni nella speranza di ottenere like, commenti e condivisioni.
Cioè di suscitare l’invidia sociale negli altri che leggono o guardano le foto.
Tuttavia, questo desiderio ossessivo di approvazione può trasformarsi rapidamente in una dipendenza da social media, con gravi conseguenze per la salute mentale e il benessere psicologico delle persone.
L’invidia sociale è diventata un fenomeno diffuso e pervasivo nella nostra società, alimentato dall’onnipresenza dei social media e dalla cultura dell’immagine e del successo a tutti i costi.
Tuttavia, è importante ricordare che l’invidia non porta mai a una vera felicità o soddisfazione personale, ma solo a una continua ricerca di gratificazione esterna e di confronto con gli altri.
Solo sviluppando una maggiore consapevolezza di se stessi, una maggiore gratitudine per ciò che si ha già e una maggiore empatia e compassione per gli altri, possiamo sperare di liberarci dall’insidiosa trappola dell’invidia sociale e trovare la vera felicità e realizzazione nella vita.
“Invidiare è umano, compiacersi del male altrui è diabolico.” (A. Schopenhauer)
Bina Bianchini