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    Apnea notturna: se ne parla poco, parliamone insieme

    La sindrome delle apnee notturne è una patologia molto diffusa che consiste nell’interruzione involontaria della respirazione, solitamente per 2 o 3 secondi ma per molte volte durante la notte.

    La conseguenza apparentemente meno grave è il mancato riposo che ne deriva e la sensazione di iniziare la giornata già stanchi, soggetti frequentemente a disturbi dell’attenzione e difficoltà di concentrazione.

    Il paziente ignora chiaramente il problema, salvo quando si sveglia con un senso di soffocamento dovuto alla carenza di ossigeno ed è obbligato a  iperventilarsi per riportare alla normalità il livello di ossigeno nel sangue.

    Il partner può essere d’aiuto perché il russare eccessivo, la respirazione anomala, le forti cefalee notturne, la ridotta capacità manuale e la ridotta coordinazione sono tipiche del paziente affetto da sindrome di apnea notturna.

    Le cause sono varie e spesso composite.

    Per lo più si tratta di concause.

    Fumo, obesità, farmaci, abuso di alcol, eccesso di uso di sonniferi, sono i soliti noti di questa e molte altre manifestazioni della mancanza di amore per il nostro corpo.

    Le conseguenze più comuni sono  le malattie cardiovascolari.


    L’ipossia infatti può essere causa di arresto cardiaco, infarto, ictus, aritmia.

    Inoltre la sensazione che le normali mansioni della giornata siano immensamente faticose, può produrre stati di iperirritabilità o di depressione a seconda dell’inclinazione del paziente.

    Infine, non è da escludere la perdita dei sensi alla guida con le ovvie conseguenze del caso.

    Attualmente per tenere sotto controllo i non indifferenti rischi collegati  alla patologia è possibile ricorrere alla polisomnografia, ossia un monitoraggio con macchine che misurano le alterazioni della frequenza respiratoria e di quella cardiaca durante la notte.

    E’ possibile per il momento solo in centri specializzati che possono anche fornire degli apparecchi detti CPAC che sono in grado di garantire una ventilazione notturna corretta.

    Dott. Alessandro Longobardi

     

     

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