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    Cane e gatto in casa? Passi da seguire per una buona convivenza

    Quasi il 40% di chi ha animali domestici in Spagna ha un gatto e un cane in casa.

    Non sorprende quindi che molte persone che vivono con un gatto stiano pensando di aggiungere un nuovo compagno al loro felino.

    Ma cosa succede se il nuovo amico è un cane?
    Dovete sapere che entrambi possono diventare ottimi compagni, ma prima è consigliabile seguire una serie di linee guida e consigli per garantire una convivenza il più possibile armoniosa.
    Una delle principali differenze tra cani e gatti è rappresentata dai diversi modelli comportamentali e dal linguaggio.
    Questo può talvolta portare a incomprensioni tra loro, poiché i segnali lanciati da ciascuno possono avere significati diversi.
    Ad esempio, se un cane si avvicina a un gatto in modo molto energico con l’intenzione di giocare, il gatto può interpretarlo come una minaccia e reagire graffiando e soffiando.
    Per i gatti il sibilo non è un segno di aggressione, ma di comunicazione.
    Tuttavia, può accadere che il cane reagisca innervosendosi e abbaiando.
    Può anche accadere che il cane, vedendo un gatto per la prima volta, cerchi istintivamente di inseguirlo e che l’istinto di sopravvivenza del gatto si attivi quando vede la sua reazione e scappi.
    Anche il grado di socializzazione e il carattere del nostro gatto saranno fattori determinanti nel valutare l’ingresso di un cane in famiglia.
    Se il nostro gatto è giovane e ha seguito un adeguato processo di socializzazione, in cui lo abbiamo introdotto a situazioni, oggetti, persone e altri animali diversi, è probabile che sarà più facile per lui adattarsi all’arrivo del suo nuovo compagno.
    Se invece si tratta di un gatto adulto che non è stato adeguatamente socializzato, probabilmente sarà molto più complicato abituarlo al cane ma anche alla compagnia di altri umani.
    Se la prima volta che si vedono non è un’esperienza positiva, probabilmente non si tratta più di presentazioni, ma di aggiustare qualcosa che si è rotto tra loro.
    È sempre più facile costruire che riparare.
    Per questo motivo, nei primi giorni e prima di iniziare il protocollo di presentazione, è essenziale tenerli sempre sott’occhio e mai lasciarli soli.
    L’ambiente deve essere confortevole e tranquillo, e il nostro atteggiamento deve essere neutrale per non influenzare le emozioni.
    Inoltre, affinché il cane sia calmo e controllato prima di ogni passo, è fondamentale stancarlo prima con passeggiate, giochi o esercizi di obbedienza.
    In questo modo, aiuteremo anche il gatto a essere più rilassato.
    All’inizio è sufficiente che si tollerino e mangino insieme, in ciotole ben separate ma nella stessa camera, ricordate che il gatto farà più capricci per mangiare, ma la cosa migliore è ignorare e se non vuole mangiare… mangerà!
    Sapremo di poter passare al livello successivo quando il gatto smetterà di soffiare o incurvare e gonfiare la schiena e la coda e darà segnali positivi e rassicuranti.
    Saremo sulla buona strada quando il gatto non sarà più ipervigile e darà segnali positivi e tranquilli, come appoggiare il sedere sul pavimento per mangiare, sdraiarsi e raccogliere le zampe anteriori.
    Come sappiamo, i gatti hanno bisogno di altezze nel loro territorio per sentirsi al sicuro.
    Al nostro micio forniremo aree di fuga elevate a cui il cane non può accedere, come un albero per graffiare, un tavolo o una mensola sul muro, che gli permetteranno di allontanarsi se non si sente a suo agio.
    Più tempo trascorrono insieme condividendo esperienze, meglio è.
    La cosa migliore da farsi dopo i primi giorni è lasciarli decidere da soli cosa fare, stando sempre vigili, ma senza intervenire, se non al bisogno, in modo che loro stessi riescano a trovare un ruolo nella “loro” coppia di compagni amici dell’uomo.
    Bina Bianchini

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