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    Güímar aspira a generare il 25% dell’energia di Tenerife

    La centrale idroeolica di El Hierro, Gorona del Viento, si è affermata come una struttura leader a livello internazionale, non invano, in diverse occasioni è riuscita a fornire energia a tutta l’isola.

    E ora è la Valle de Güímar che aspira a superare quel traguardo, ospitando nella zona delle estrazioni di aggregati Hoyos un’infrastruttura idroelettrica 30 volte più grande dell’herreña.

    Questa struttura, secondo i primi calcoli, sarebbe in grado di generare elettricità per soddisfare il 25% della domanda attuale dell’isola.

    Questo è un progetto già del gennaio 2020 e nelle ultime settimane ha fatto passi avanti, nella misura in cui è stata sbloccata la possibilità che la società dietro l’iniziativa, Red Eléctrica, può utilizzare due cave nella zona.

    Questo è stato confermato da fonti comunali, che ha evidenziato l’idoneità della zona scelta, che per quattro decenni è stata maltrattata dall’estrazione incontrollata di aggregati e ha già una rete ad alta tensione di 220 KV, essenziale per metterla in funzione.

    Grazie alla proposta che è sul tavolo, “questi spazi, totalmente degradati e impoveriti, sarebbero rigenerati”, dicono le stesse fonti, il cui costo è stimato in 500 milioni di euro, con una capacità di generare circa 2,5 GW all’ora.

    Nel prossimo futuro, Red Eléctrica richiederà la fattibilità degli studi geotecnici delle cave scelte, per analizzare gli aspetti relativi alla stabilità del terreno e la sua permeabilità, come indicato dalla Corporazione locale.

    Inoltre, il sindaco, da parte sua, si incontrerà con il ministro regionale della transizione ecologica, José Antonio Valbuena, al fine di lavorare insieme in un’azione che cerca di cambiare l’immagine del comune.


    Si prevede di generare più posti di lavoro per cercare di correggere la situazione di disoccupazione sofferta dall’isola di Tenerife, aggravata dallo scoppio della pandemia, e contribuendo a far di Güímar l’epicentro delle energie rinnovabili nella provincia di Santa Cruz de Tenerife.

    Le centrali idroelettriche sono composte da due serbatoi d’acqua a diverse altezze.

    In questo caso, si propone che i due serbatoi siano situati a una distanza di circa 300 metri in verticale.

    Lo scambio dell’elemento liquido tra i contenitori è ciò che genera elettricità, poiché muove le turbine, responsabili della conversione dell’energia cinetica in elettricità, che viene poi immagazzinata o passata direttamente alla rete di distribuzione.

    A questo proposito, si deve notare che le turbine eoliche sono di solito utilizzate per guidare l’acqua dal serbatoio inferiore al serbatoio superiore e continuare il ciclo, che sarebbe installato nelle vicinanze, con la particolarità che l’acqua utilizzata verrebbe da un impianto di desalinizzazione dell’acqua di mare.

    Queste infrastrutture, rispetto ad altre infrastrutture di energia pulita, hanno un’efficienza globale molto alta, tra il 90 e il 95%, tenendo conto che viene utilizzata quasi tutta l’energia potenziale dell’acqua.

    Sviluppando i vantaggi di questo tipo di installazione, la garanzia di approvvigionamento è aumentata.

    Inoltre, in caso di interruzione della fornitura, permetterà di accelerare e ridurre drasticamente i tempi di sostituzione.

    Una virtù che potrebbe ridurre, quindi, l’effetto che hanno avuto i blackout energetici subiti sull’isola di Tenerife; nel settembre 2019 e nel luglio 2020, paralizzando parte dell’attività economica di Tenerife fino alla ripresa del servizio.

    Già nel gennaio dello scorso anno l’assessore dell’isola per lo sviluppo sostenibile e la lotta al cambiamento climatico, Javier Rodriguez Medina, ha detto che “è un progetto molto serio”, non un “avvenimento capriccioso”.

    Franco Leonardi

     

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