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    Il blocco del turismo distrugge 845 imprese e 30.324 posti di lavoro a Tenerife

    I dati dell’incidenza della pandemia nel turismo dell’isola sono devastanti.

    L’arresto brutale dell’arrivo dei visitatori ha portato alla chiusura nel 2020 di 845 aziende, il 12,4% del settore totale, e distrutto 30.324 posti di lavoro, il 47,1% dell’occupazione.

    Questo è dimostrato dal bilancio dettagliato presentato dal consigliere della zona del Cabildo, José Gregorio Martín Plata, e dal delegato al Turismo, David Pérez.

    All’interno di questo quadro disastroso si apre una finestra di speranza in questo 2021.

    Secondo Martin Plata, “abbiamo tutto pronto dopo un intenso lavoro per accogliere i turisti quando torneranno in una destinazione a loro molto cara”.

    Tra i dati rilasciati si evidenzia il calo del 70,5% del numero di turisti che hanno soggiornato sull’isola nel 2020, raggiungendo un totale di 1,8 milioni.

    Martín Plata anticipa le azioni da intraprendere ed evidenzia il lancio in aprile della nuova immagine della marca turistica accompagnata da un nuovo piano di marketing, su cui ha lavorato durante l’ultimo anno Turismo de Tenerife.

    La prima grande manifestazione del 2021 sarà tra il 14 e il 18 aprile, con la nuova immagine grazie al Tenerife Open, un torneo che fa parte dell’European Golf Tour.


    Questo sarà seguito dall’Aviation Event, un grande evento legato alla connettività che, l’11 giugno, riunirà sull’isola importanti personalità del settore aeronautico e del turismo, tra gli altri.

    Oltre a mantenere il lavoro sulla strategia di digitalizzazione e sostenibilità, includono l’acquisizione di un nuovo strumento digitale per monitorare il comportamento dei mercati di emissione.

    Questo, dice Martín Plata, “ci ha permesso di riconfermare che Tenerife non ha un problema di destinazione, poiché, in ottobre, quando il Regno Unito ha introdotto nuovamente le Canarie nella lista dei luoghi sicuri, la domanda verso la nostra isola è cresciuta di più del 700%”.

    Il profilo del turista che è venuto a Tenerife durante il 2020 corrisponde a un’età media di 46,5 anni (2,3 in più rispetto al 2019), con un aumento di quelli con alto potere d’acquisto (più di 50.000 euro all’anno) e il 56,5% erano già stati qui, che dimostra, ancora una volta la fedeltà all’isola.

    José Gregorio Martín, che oltre al Turismo è assessore alla pianificazione territoriale e al patrimonio storico, non vuole anticipare date o speculare su scadenze per intravedere il possibile inizio della strada per il recupero del turismo.

    Riconosce che “sarà già impossibile a Pasqua” i suoi occhi sono impostati sulla fine dell’estate se gli attuali indicatori positivi saranno mantenuti.

    Tra questi valori soprattutto una recente notizia che calcola a 450.000 vaccinazioni giornaliere nel Regno Unito, emittente principale destinazione di Tenerife, anche in tempi di pandemia.

    Martín Plata insiste che “Tenerife non ha un problema né di destinazione né di connettività”.

    Pertanto, il consulente spera di recuperare la normalità ad un certo punto di quest’anno.

    Quella normalità deve essere accompagnata dalla sicurezza che permette ai viaggiatori di muoversi e tornare al turismo, perché, sottolinea Martin Plata, “bisogna vivere e il turismo è vita”,

    L’analisi ufficiale di ciò che è successo nel settore del turismo durante il 2020 inizia un po’ prima, ancora nel 2019. L’inizio di settembre arriva con l’inquietante notizia del fallimento di Thomas Cook.

    A questo si aggiungerà, più tardi, la chiusura delle basi Ryanair da gennaio.

    Il terzo episodio che segna questa crisi si è verificato il 26 febbraio dello scorso anno con il confinamento dei clienti che soggiornano presso l’Hotel H10 Costa Adeje Palace.

    La pandemia avanza e porta avanti un calo brutale nelle prenotazioni per Tenerife.

    Questo declino non si è fermato fino ad aprile, quando ha raggiunto uno storico, mai visto prima, zero turistico, che si è esteso fino a tutto maggio.

    Bina Bianchini

     

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