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    Diario di un difensore dell’ordine

    Questo mese vorrei toccare un argomento di piena attualità e molto scottante ma considero un dovere far conoscere la situazione reale di molti colleghi.

    Da mesi i giornali informano dell’arrivo di imbarcazioni con centinaia di immigranti illegali in tutte le isole.

    A differenza della crisi migratoria del 2006, dove tutti i rifugiati venivano spostati in strutture militari per essere identificati e poi rimpatriati o essere spostati in centri di smistamento in tutta Spagna, questa volta i clandestini vengono portati in “accampamenti” e spesso in strutture turistiche chiuse per la crisi sanitaria attuale. 

    Molti hotel che ospitano questo flusso migratorio si trovano totalmente privi di un piano di attuazione e vedono in questi nuovi “clienti” la forma di recuperare in parte le perdite derivanti dal Lockdown.

    Se a livello economico potrebbe essere comprensibile, va considerato che queste persone non conoscono le leggi spagnole, non hanno la stessa cultura e non si trovano negli stabilimenti con regolare documentazione.

    Secondo le direttive gli immigranti dovrebbero rimanere nelle strutture turistiche senza poter uscire, ma risulta evidente a tutti quelli che si trovino a dover vivere o lavorare nelle vicinanze di questi centri che non è così.

    Un hotel normalmente ha un numero esiguo di vigilanti per controllare la sicurezza dei turisti all’interno da possibili cause esterne, però in questa situazione la funzione risulta essere quella di controllare una grande quantità di persone affinché non escano dall’installazione, e quando il rapporto tra vigilanti e migranti supera l’uno a 20 la situazione diventa assolutamente insostenibile.

    Sfortunatamente molti colleghi, essendo in netta minoranza, hanno già sofferto attacchi e soprusi da parte di questi nuovi “clienti” senza poter reagire.


    A questo va aggiunto il rischio sanitario a cui sono sottoposti costantemente, dovuto al fatto che molti vengono trasferiti prima di avere i risultati dei PCR.

    La sicurezza privata, in questo momento così delicato di crisi sanitaria, sociale ed economica si sta vedendo impossibilitata a svolgere correttamente le funzioni a cui viene assegnata e le persone dietro le uniformi stanno vivendo situazioni al limite per proteggere da possibili contagi i propri cari, arrivando a spogliarsi fuori casa e mettendo poi in lavatrici separate le uniformi.

    Se l’emergenza immigrazione non viene affrontata con i mezzi adeguati presto la situazione sarà insostenibile ed incontrollabile provocando evidentemente scontri e problemi sociali gravi.

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