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    Referendum, il voto degli italiani all’estero: vince il sì con il 78%

    All’estero è una vittoria ancora più netta quella incassata dal Sì al referendum sul taglio dei parlamentari.

    Fuori dai confini nazionali, dove i cittadini italiani iscritti all’Aire hanno votato per corrispondenza, a spoglio ultimato il Sì ha raggiunto il 78,24 per cento con 744.557 voti (in Italia il Sì si attesta al 69,6%) contro il 21,76 per cento del No con 207.089 voti.

    L’affluenza è del 23,30 per cento degli aventi diritto (hanno votato in 1.057.211).

    Le schede nulle sono 98.174, quelle bianche 7.245 mentre quelle contestate 146.

    Il Sì ha preso più voti nella ripartizione America settentrionale e centrale (81,07 per cento contro il 18,93 per cento del No); in Europa si è detto favorevole al taglio dei parlamentari l’80,07 per cento contro il 19,93 per cento del No mentre in Africa-Asia-Oceania-Antartide il Sì ha vinto con il 79,46 per cento contro il 20,54 per cento del No. Leggermente meno ampio il margine di vittoria del Sì in America meridionale: il 74,19 per cento ha votato a favore della riforma contro il 25,81 per cento del No.

    Con il via libera alla riforma costituzionale il numero dei parlamentari italiani eletti fuori dai confini nazionali si riduce dagli attuali 18 (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12 (8 deputati e 4 senatori).

    Referendum, Merlo: serve una rappresentanza adeguata

    “La battaglia è appena cominciata”.

    Secondo il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, dopo il via libera alla riforma costituzionale, sancito dal referendum, è necessario ripensare il voto all’estero e la riforma della legge elettorale è un’opportunità.


    “Parleremo con tutte le altre forze politiche per fare la migliore legge elettorale possibile e cambiare la metodologia del voto estero – afferma Merlo.

    Auspico che non ci siano più dubbi a ogni tornata elettorale, cercheremo per questo il miglior metodo per avere una trasparenza totale”.

    Il sottosegretario agli Esteri si dice “soddisfatto per l’affluenza” e ringrazia “la rete consolare”: ora “ascoltiamo cosa ci hanno detto le urne, è un messaggio chiaro e ora lavoreremo per la legge elettorale”.

    Merlo ricorda che il Maie “era d’accordo con la diminuzione dei parlamentari ma mantenendo il numero degli eletti all’estero” anche perché così, ad esempio, “In Europa un senatore dovrà rappresentare oltre 2 milioni di persone. Speriamo di fare una nuova riforma costituzionale per dare agli italiani all’estero una rappresentanza adeguata”.

    Referendum, Schiavone (CGIE): all’estero occasione persa

    Resta il rammarico di un’occasione persa, quella di avvicinare le comunità all’estero alle istituzioni italiane”.

    Così Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, commenta la vittoria del Sì al referendum costituzionale.

    Il referendum, infatti, tocca direttamente anche la rappresentanza italiana nel mondo: con il via libera alla riforma costituzionale il numero dei parlamentari italiani eletti fuori dai confini nazionali si riduce dagli attuali 18 (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12 (8 deputati e 4 senatori).

    La comunità italiana all’estero viene così penalizzata, ribadisce Schiavone: il Cgie “si è impegnato sempre a tenere ferma la barra sulla necessità di rivedere e riformare la rappresentanza degli italiani all’estero, non nei numeri ma nel senso e nelle funzioni”.

    Necessario quindi “accelerare la riforma della rappresentanza, rivederla in tutta la sua composizione e in tutti i suoi livelli, avviare il prima possibile le riforme necessarie per assicurare una rappresentanza esclusiva degli italiani all’estero” sottolinea il segretario generale del Cgie ricordando che gli italiani nel mondo corrispondono al 10% della popolazione nazionale.

    “Ci impegneremo affinché nella revisione della rappresentanza il voto all’estero continui a essere espresso da tutti i cittadini come avviene in Italia senza sotterfugi e possibilmente affidando la partecipazione anche alle tecnologie”. Questo – conclude Schiavone – nella prospettiva di “migliorare la rappresentanza non solo a livello nazionale ma anche dentro i parlamenti regionali.

    Anche le riforme che abbiamo promosso devono essere riprese e riaggiornate alla nuova geografica politica del paese e della rappresentanza”.

    Referendum, Garavini (IV): penalizzata la circoscrizione estero

    Il Sì al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari influisce anche sulla rappresentanza italiana nel mondo: con il via libera alla riforma costituzionale, infatti, il numero dei parlamentari italiani eletti fuori dai confini nazionali si riduce dagli attuali 18 (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12 (8 deputati e 4 senatori).

    Un risultato scontato anche all’estero – a quasi metà delle sezioni scrutinate il Sì è al 79% – ma “è stato comunque importante impegnarsi per il No” perché la riforma “è destinata a diventare penalizzante soprattutto per la Circoscrizione estero”, afferma Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta fuori i confini nazionali. “A fronte di un raddoppiamento dell’elettorato negli ultimi 10 anni c’è stato un taglio lineare che inciderà sui diritti di rappresentanza dei connazionali all’estero”, spiega Garavini sottolineando che “ora sarà importante lavorare rispetto alla riforma elettorale che dovrà riguardare anche la Circoscrizione estero.

    C’è da immaginare che si stravolgerà il meccanismo proprio perché i numeri sono ridotti.

    Serve l’impegno di tutti per una riforma elettorale che il più possibile garantisca la rappresentanza degli italiani all’estero”.

    Referendum, Nissoli (FI): urge una riforma del voto estero

    “Il risultato referendario conferma, se ancora ve ne fosse stato bisogno, una chiara volontà e necessità di cambiamento che, per essere concreto, ha però bisogno di altre riforme, prima fra tutte la legge elettorale.

    Una nuova legge indispensabile in particolare all’estero, dove bisognerà ridefinire le ripartizioni di questa circoscrizione.

    Per questo reputo urgente avviare una riflessione, condivisa, sull’efficacia ed efficienza del voto all’estero.

    Credo sia quindi giunto il momento, irrimandabile, di riformare una volta per tutte il voto all’estero, indicando nuove modalità nella sua gestione complessiva.

    Pertanto, ritengo che la questione della riforma della legge elettorale per l’estero sarà uno degli argomenti più urgenti da affrontare nella istituenda Commissione bicamerale per gli italiani all’estero”, lo ha dichiarato Fucsia Nissoli Fitzgerald, deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America.

    (NoveColonneATG)

     

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