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    L’esecuzione di PCR sui bambini nelle scuole è legale, ma i genitori devono essere informati

    I genitori che rifiutano di sottoporre i loro figli minori al test sono soggetti a sanzioni fino a 600.000 euro.

    Il ritorno dei bambini alle lezioni presenziali nel contesto della pandemia di Covid-19 ha portato a nuove misure, tra cui la fornitura di PCR per i minori.

    Alcuni genitori temono che questi test vengano effettuati senza il loro consenso o il trattamento di tali dati.

    Secondo Legalitas, è legale per le scuole condurre test senza la presenza dei genitori, ma con sfumature, poiché deve sempre essere con il loro previo consenso ed essere stato informato del test, il genitore o chi ne fa le veci, in anticipo.

    D’altra parte, il rifiuto dei genitori di sottoporre al test PCR il figlio minore non è esente da conseguenze legali e può comportare un’infrazione con multe significative, poiché non sottoporsi al test potrebbe mettere a rischio la salute pubblica.

    I genitori devono dare il loro consenso per una PCR nella scuola?

    Nel caso in cui la scuola organizzi i test nelle stesse strutture, i genitori devono essere informati e dare il loro consenso ai test PCR, in quanto sono loro ad avere l’autorità parentale sui loro figli e le questioni mediche fanno parte dell’autorità parentale che normalmente corrisponde ad entrambi i genitori anche in caso di divorzio.

    Quali sono le conseguenze legali se i genitori rifiutano di autorizzare una PCR per il loro bambino a scuola?


    I genitori devono essere informati, ma devono essere consapevoli che il rifiuto può comportare sanzioni amministrative.

    In questo senso, la Legge 33/2011 del 4 ottobre, Generale della Sanità Pubblica, stabilisce una serie di sanzioni pecuniarie, dato che il rifiuto di effettuare esami o di autorizzarli per i propri figli minori potrebbe costituire un’infrazione grave o molto grave e, se necessario, potrebbe essere richiesta l’autorizzazione giudiziaria per effettuarli.

    Quali sanzioni possono subire?

    Il rifiuto può comportare sanzioni pecuniarie fino a 600.000 euro in caso di infrazioni molto gravi, e tra 3.001 e 60.000 euro se è grave.

    La legge menziona esplicitamente gli atteggiamenti che sono considerati una grave violazione, come il mancato rispetto delle istruzioni dell’autorità competente se comportano danni alla salute, nonché la resistenza o l’ostruzione di qualsiasi azione che possa essere richiesta.

    D’altro canto, esempi di violazioni molto gravi sono i comportamenti o le omissioni che producono un rischio o un danno molto grave per la salute della popolazione, nonché la ripetuta inosservanza delle istruzioni ricevute dall’autorità competente.

    Questi ultimi esempi di violazioni potrebbero coincidere con il rifiuto dei genitori di testare i propri figli per la presenza di Covid-19, a seconda delle circostanze e della gravità dei fatti.

    La scuola può comunicare ai genitori i dati del bambino infetto?

    La scuola si limiterà a informare del caso senza rivelare dati personali, in quanto l’identità della persona interessata è irrilevante ai fini del rispetto dei protocolli stabiliti.

    Ugo Marchiotto

     

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