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    La pandemia blocca le gare d’appalto di lavori pubblici nelle isole

    L’Esecutivo accelera l’elaborazione di 24 pratiche per riattivare i contratti: i comuni non potranno appaltare nuove opere senza i soldi dell’eccedenza (superavit)

    La paralisi dell’attività di contenimento del coronavirus ha fatto affondare le gare d’appalto dei lavori pubblici alle Canarie.

    Gli enti locali e le amministrazioni centrali e regionali hanno indetto gare d’appalto nel primo trimestre dell’anno per un totale di 229,8 milioni di euro, il 55,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

    Questi quasi 230 milioni di euro includono i 117,8 milioni di euro di lavori sulla strada da Puerto del Rosario a La Caldereta, a Fuerteventura, che il governo regionale ha indetto in una gara d’appalto il 2 gennaio, prima che qualcuno potesse immaginare cosa avrebbe portato il Covid-19.

    Se non fosse stato per quel contratto, che rappresenta più della metà dell’offerta totale, le imprese di costruzione delle isole non avrebbero avuto quasi nessun nuovo posto di lavoro da offrire.

    Consapevole che le opere pubbliche devono essere fondamentali per rilanciare l’economia e l’occupazione nei prossimi mesi, il Ministero guidato da Sebastian Franquis ha accelerato l’elaborazione di 24 nuovi contratti con l’obiettivo di iniziare i lavori il prima possibile.

    In tutto l’arcipelago sono attualmente in corso di esecuzione nove opere, cinque nella provincia di Las Palmas e quattro nella provincia occidentale: la terza corsia dell’autostrada nel sud di Tenerife tra Las Chafiras e Oroteanda; la chiusura dell’anello dell’isola nel tratto tra El Tanque e Santiago del Teide; e, a La Palma, la strada da Bajamar a Tajuya e l’accesso al porto di Tazacorte.

    Tra queste 24 pratiche contrattuali che la Direzione Generale per le Infrastrutture Stradali ha continuato ad elaborare anche durante lo stato di allarme, vi sono sia le pratiche sui lavori stessi che, soprattutto, sui servizi, principalmente per la stesura dei progetti.


    L’idea è che “nessun lavoro deve rimanere senza appalto” perché non c’è un progetto o perché il progetto è diventato obsoleto o deve essere modificato.

    I contratti per i lavori da realizzare nel prossimo futuro comprendono l’illuminazione del tunnel di Playa de Santiago nell’isola de La Gomera, ma anche la riparazione del muro di contenimento della rotatoria di La Castellana, sempre sull’isola colombina, e il collegamento con il Parque Holandés a Fuerteventura; il condizionamento della strada LP-1, a La Palma, passando per Tijarafe; il completamento di due settori dei lavori dell’autostrada nel nord di Tenerife (TF-5) nel tratto tra Avenida Tres de Mayo e Guajara; il falso tunnel di Bascos, nel comune di Herreño de Frontera, e altri lavori di miglioramento, sostituzione e modifica.

    E poi ci sono anche le commissioni per la redazione di progetti per opere importanti come, ad esempio, la terza corsia dell’autostrada TF-5 tra l’aeroporto di Los Rodeos e La Orotava; la corsia dei bus-VAO (Vehículos de Alta Ocupación) sulla stessa strada; la circonvallazione di La Laguna; o il nuovo accesso a Telde, a Gran Canaria, dalla strada GC-3 e la sua estensione a sud di quest’isola.

    Anche nei municipi e nelle amministrazioni comunali sono consapevoli che le opere pubbliche dovrebbero essere i polmoni dell’economia regionale fino alla piena ripresa del turismo, e per questo è fondamentale, soprattutto nel caso dei comuni, poter disporre del denaro del surplus, circa 4.000 milioni di euro bloccati nelle banche dalla legge di stabilità.

    A questo proposito, il vicepresidente della Federazione dei Comuni di Canaria (Fecam), Francisco Linares, sottolinea che o il Ministero delle Finanze permette loro di utilizzare finalmente quel denaro “o poche o nessuna opera pubblica ci sarà nel 2020 e 2021”.

    Il presidente della Federazione delle Canarie (Fecai), Casimiro Curbelo, è convinto che ci sarà un’immediata riattivazione dei lavori pubblici una volta superata la fase peggiore della crisi sanitaria, ma sottolinea, come hanno chiesto gli imprenditori, che è necessario ridurre la burocrazia.

    Bina Bianchini

     

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