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    È giunto il momento di salutare e ringraziare

    È giunto il momento di salutare e ringraziare

    Sono passati 4 anni da quando sono arrivato, il 21 marzo 2016.

    Me ne vado in un momento molto difficile, sia per la Spagna che per l’Italia.

    Un momento molto triste.

    Gli ultimi due mesi sono stati estremamente difficili per tutti.

    Il virus si è portato via migliaia di vite umane.

    A tutti coloro che stanno soffrendo e combattendo va il mio più sincero affetto.


    Tra pochi giorni inizierò a lavorare a Bruxelles, cercando di portare il mio contributo al progetto europeo.

    Un progetto che sta soffrendo molto questi ultimi tempi e che tuttavia continua a essere fondamentale per la nostra società.

    Un progetto migliorabile, ma comunque fondamentale.

    Lo spazio europeo, con i suoi problemi e le sue difficoltà, resta il nostro spazio naturale.

    In questo spazio, Spagna e Italia possono svolgere un ruolo estremamente importante nel determinare la direzione che l’Unione europea prenderà in futuro.

    E in questo siamo sorretti da un patrimonio di legami tra i nostri Paesi che è assolutamente inestimabile.

    Da qualunque punto di vista la si guardi – economia, cultura, università, arte, design, moda, gastronomia – la connessione tra italiani e spagnoli è incredibile.

    Da parte mia, nel corso di questi anni ho cercato di alimentare questo patrimonio, con progetti che potessero generare nuovi legami tra Spagna e Italia.

    Cooperazione è stata la parola chiave: quello che Italia e Spagna possono fare insieme.

    Lo abbiamo fatto – con tutti i colleghi dell’Ambasciata – guardando in particolar modo ai giovani, che rappresentano il presente e il futuro delle relazioni tra i nostri due Paesi.

    E abbiamo guardato anche oltre, alla società nella sua totalità: una società aperta, diversificata, rappresentativa della complessità che caratterizza i nostri tempi.

    Come ho già detto, sono arrivato in Spagna il 21 marzo 2016, il giorno dopo il tragico incidente di Freginals che ha causato la morte di 13 ragazze, studentesse Erasmus, di cui 7 italiane.

    Purtroppo, per vari motivi, è ancora in corso il processo per stabilire le responsabilità dell’incidente.

    È mio auspicio che possa terminare quanto prima.

    Il mio ultimo pensiero, come Ambasciatore d’Italia in Spagna, va alle famiglie delle 7 ragazze così tragicamente scomparse.

    Sono stati 4 anni molto intensi.

    E tutto ciò che siamo riusciti a fare sarebbe stato impossibile senza i miei colleghi.

    E non sto parlando solo dell’Ambasciata, del Consolato Generale di Barcellona e della rete consolare, ma anche delle istituzioni e delle associazioni che fanno parte del Sistema Italia in Spagna.

    Senza il vostro appoggio, dedizione, impegno, entusiasmo, intelligenza, sensibilità, nulla si sarebbe potuto concretizzare.

    Grazie a tutti.

    Voglio anche ringraziare le aziende e le fondazioni italiane e spagnole che ci hanno sostenuto nelle nostre attività.

    E grazie agli amici – architetti, cuochi, artisti, musicisti, operatori culturali, giornalisti, laboratori di fabbricazione digitale – che sono sempre stati al nostro fianco.

    Grazie alle Regioni italiane, alle Comunità Autonome spagnole e ai Comuni di Italia e Spagna.

    Grazie al piccolo ma fantastico team della residenza: ha sopportato un ritmo di lavoro impressionante.

    Un ringraziamento speciale al collettivo LGTBI e in particolare a quello transessuale: con tutti voi ho imparato ad apprezzare fino in fondo il valore della dignità e del rispetto.

    Grazie a tutti i miei amici, vecchi e nuovi.

    Grazie per avermi accolto come uno di voi.

    Mi avete permesso di imparare molto su questo meraviglioso Paese che è la Spagna, di scoprire la sua storia, la sua cultura, le tradizioni, la società, ma anche i suoi ristoranti, le terrazze, i bar.

    Grazie a voi ho scoperto angoli meravigliosi: da Peratallada a Sanlúcar de Barrameda, da Numancia a Cudillero, dal Rocío a Los Llanos de Aridane.

    Grazie alle mie famiglie adottive: di Madrid, Barcellona e Siviglia. Siete meravigliosi.

    Grazie alla mia famiglia di mio marito, che ci ha accompagnato con entusiasmo durante questi 4 anni.

    Grazie a mio padre, che si è innamorato della Spagna.

    E grazie a mio marito, Santiago, che ha avuto la costanza di prendere un aereo ogni fine settimana, senza mai mancare.

    E sempre con un sorriso.

    Grazie Spagna.

    Un abbraccio enorme e pieno di affetto.

    Con tutto il cuore, mi mancherete moltissimo.

    Stefano Sannino

     

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