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    Crusoe Treasure, quando il vino viene dal mare

    Il fondatore di Crusoe Treasure, un nome un programma, Borja Saracho è ormai diventato famoso in tutta Europa per il suo peculiare modo di far invecchiare il vino che produce; è suo infatti il vino subacqueo che staziona in cantine sotto le acque del Mar Cantabrico per poi essere venduto non solo in Europa ma in tutto il mondo.

    La Crusoe Treasure, operativa dal 2013, oggi rappresenta la più grande cantina subacquea di tutta la Spagna, benché ne esistano diverse anche in Italia, Francia e Cile; con 7.000 bottiglie vendute nel 2017, oggi Saracho prevede di raggiungere le 30.000 bottiglie di vino rosso e bianco entro la fine del 2018.

    Le condizioni sottomarine, quali oscurità totale e temperatura costante, sono ideali per il processo di invecchiamento dei vini, che acquisiscono una peculiare complessità, ma, precisa Saracho, la speciale tecnica costa tra il 25 e il 70% in più rispetto a quella tradizionale, a causa di un sistema di logistica tutt’altro che consueto.

    Gli imprenditori stanno iniziando a investire in questo settore che, se al momento rappresenta veramente una nicchia, è destinato a spopolare soprattutto in certi ambienti, dove la richiesta di un prodotto con caratteristiche uniche è più che mai in crescita.

    Come precisa il responsabile enologo della Crusoe Treasure Antonio Palacios, invecchiare il vino sotto al mare, con le sue maree, correnti e onde, potrebbe rivelarsi molto approssimativo e a tal proposito è preferibile utilizzare vini molto robusti.

    L’azienda lavora con case vinicole di diverse parti della Spagna e dal momento che non è vincolata dal sistema di indicazioni geografiche o dalla protezione dell’origine legata al luogo di produzione, essa può mescolare diversi ceppi di uva provenienti da una o più regioni.

    La maggior parte dei vini viene inizialmente conservata in barili dalle aziende vinicole partner, per essere poi messi in bottiglie chiuse con tappi speciali e sigilli.

    Le bottiglie vengono quindi trasferite a 20 metri di profondità sotto al mare, dove riposano da 6 a 12 mesi dentro apposite gabbie di metallo.


    L’Hotel Cala Joncols, nella regione nord orientale della Catalogna, possiede dal 2009 una cantina subacquea dove i vini riposano per un tempo massimo di 6 mesi, al fine di non perdere le loro caratteristiche fondamentali.

    Come precisa il sommelier dell’hotel, Josep Luis Vilarasau, vengono utilizzati vini giovani e conservati a 17 metri, e venduti a 40 euro anziché a 30, prezzo riferito a vini invecchiati tradizionalmente.

    La filosofia è quella di rinunciare agli aromi legnosi per preservare quelli primari a base di frutta, fiori e minerali, ottenendo quindi un vino con colori molto intensi e brillanti, maggior volume e maggiore freschezza.

    Ma come Crusoe Treasure, vi sono altre aziende che stanno sperimentando l’invecchiamento sotto al mare dei vini, come Undersea, con sede nella Murcia e che inizierà a breve una produzione annua compresa tra le 50.000 e le 60.000 bottiglie, e Bodega Palmera Castro e Magan, che attualmente produce vini a La Palma, nelle Canarie.

    Maria Nancy Castro Rodriguez, proprietaria di Bodega Palmera, sottolinea che questa nicchia è ancora in fase pionieristica, vi sono ancora poche informazioni, nessuna bibliografia, nessuno studio pratico.

    I vini invecchiati sotto al mare, precisa, sono ancora in buona parte sconosciuti e difficili da trovare nei ristoranti e nei negozi.

    E se da un lato si auspica un maggior livello di consapevolezza in merito, vi è qualcuno che si augura che i vini invecchiati sotto al mare seguano le regole dei vini naturali, realizzati senza additivi chimici.

    dalla Redazione

     

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