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    Un pezzo della storia di La Orotava nella spazzatura

    Il coordinatore del Museo de Arte Sacro “El Tesoro de La Concepción” ha trovato tra i rifiuti un archivio con diverse centinaia di documenti dal XVII al XIX secolo.

    La chiamata di un parente ha messo Adolfo Padrón sulle tracce di centinaia di vecchi documenti e carte che erano stati abbandonati in un terreno a La Orotava, una cittadina che ha perso la maggior parte dei suoi documenti più antichi nell’incendio dell’archivio avvenuto nel 1841.

    Ha ritrovato copie di registri ufficiali, testamenti, testamenti, documentazione conventuale, sermoni, editti e altri testi su ricette, omaggi, cappellanie, inventari, alberi genealogici, transazioni commerciali e lettere inviate dall’America, da Cadice o da Genova, con informazioni sulle spedizioni di vino e tessuti.

    Il coordinatore del Museo de Arte Sacro ‘El Tesoro de La Concepción’, Adolfo Padrón, ha ricevuto alla fine di ottobre il messaggio di un familiare che aveva trovato un vecchio libro a La Orotava, in un terreno dove vengono accumulate macerie e rifiuti prima di essere trasportati in un impianto di riciclaggio.

    Ha ricevuto una foto sul cellulare e l’ha ritenuta interessante tanto da fare un sopralluogo nella discarica e ha trovato un vero tesoro nascosto tra i rifiuti.

    Una volta arrivato sul posto si è reso conto che c’era un intero archivio buttato a terra.

    Ha iniziato a raccogliere le carte, i giornali e i fogli che continuavano a venire fuori.

    Tutta documentazione datata tra il XVII e il XIX secolo inerente praticamente ogni argomento della vita quotidiana.


    Padrón ha salvato, il giorno prima che iniziasse a piovere a La Orotava, centinaia di ricevute e documenti ufficiali, l’archivio completo di un sacerdote che era assegnatario della parrocchia di La Concepción de La Laguna.

    Tra le carte ci sono innumerevoli lettere, documenti firmati da re e vescovi, sigilli perfettamente conservati, prediche, inventari, domande, poesie, alberi genealogici di varie famiglie, diplomi, proclami, titoli, quaderni scolastici, testi di educazione musicale, contabilità, documentazione con informazioni sulle transazioni commerciali di vini e tessuti, e persino ricette di cucina che mostrano come più di 200 anni fa si producevano burro, frittelle o la sopa borracha.

    Lo studioso ha trovato anche biglietti da visita con simboli massonici; firme originali di personaggi come Ferdinando VII o il deputato e poeta Graciliano Afonso.

    Un documento che ha permesso a un figlio di genitori sconosciuti di ricoprire una carica pubblica e godere di piena considerazione sociale, copie di certificati di battesimo di Buenavista del Norte, diari personali e l’annuncio di un evento organizzato dalla Croce Rossa per raccogliere fondi per i disabili dopo la perdita delle colonie di Cuba e delle Filippine nel 1898.

    Il volume e la varietà delle informazioni sono enormi.

    Ci sono registri di vendemmia, con i vari tipi di uva, appunti di didattica musicale e calligrafia per le donne, contenziosi, cappellanie e una moltitudine di riferimenti a documenti precedenti, alcuni anche dei primi anni dopo la conquista spagnola.

    In una prima analisi di questo archivio salvato dopo quasi due mesi di oblio sotto una montagna di rifiuti, Padrón ha scoperto numerosissimi documenti relativi a La Orotava, che ha perso in un incendio praticamente tutto l’archivio precedente al 1841, ma anche riferimenti a La Laguna, Arico, Buenavista, Los Realejos e Garachico.

    L’insieme di documenti risulta anche interessante perché ci sono molte copie di documenti pubblici come contenziosi, fascicoli, testamenti e ricevute di crediti risalenti a prima dell’incendio dell’archivio della cittadina, che potrebbero offrire nuove chiavi per conoscere la storia del comune.

    La sua intenzione è di analizzare l’intero contenuto dei documenti recuperati prima di lasciarli in eredità a qualsiasi istituzione.

    Alcune hanno già manifestato il proprio interesse per i documenti ritrovati, ma lo studioso preferisce proseguirne lo studio e la divulgazione prima di cederli.

    Tra gli oggetti recuperati ci sono decine di pacchetti di lettere, molte con sigilli in cera, che potrebbero offrire una grande quantità di informazioni sulla vita quotidiana di varie epoche, transazioni commerciali e, forse, fornire anche qualche nuova informazione su alcuni aspetti della storia locale.

    Ci sono lettere inviate da L’Avana (Cuba), da Genova, dalla Russia e da Cadice, e molte di esse erano destinate al vecchio porto de La Orotava, l’attuale Puerto de la Cruz.

    In una lettera è stato trovato un pezzo di stoffa, inviato dall’Italia come campione per un possibile acquirente.

    L’intenzione di Padron è di rendere pubblico a poco a poco tutto il contenuto dell’archivio anche se ci vorranno anni di lavoro e di studio in cui l’archivista si è già tuffato alacremente.

    Claudia Di Tomassi

     

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