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    Un decreto del governo permetterà di abbattere capre e pecore

    Un decreto del governo permetterà di abbattere capre e pecore che danneggiano l’ecosistema canario

    Tra qualche mese il Consiglio di transizione ecologica decreterà un regolamento per fare fronte ai danni che questi animali causano alle piante e alle colture endemiche.

    Curbelo assicura che il futuro regolamento renderà possibile che questi erbivori siano prede di caccia.

    Ángel Víctor Torres chiede agli animalisti di essere consapevoli dei danni all’ ecosistema causati dal bestiame selvatico.

    I difensori dei diritti degli animali ritengono crudele e immorale eliminare questi animali con i fucili da caccia

    Il Governo delle Isole Canarie sta preparando un decreto che permetterà l’abbattimento di animali selvatici, tra cui capre e pecore, nel caso sia difficile catturarli vivi con metodi meno incisivi come quelli utilizzati dall’Amministrazione o dai collettivi zootecnici.

    Casimiro Curbelo presidente dell’ASG, lo ha confermato e, durante la sessione plenaria del Parlamento delle Canarie, ha affermato che questo decreto prevede di estendere le specie incluse nello sfruttamento venatorio, considerando capre e pecore come grossa selvaggina.

    La decisione è stata ratificata anche in un successivo comunicato anche dal presidente del Cabildo di Gomorra.


    Il decreto nasce dalla necessità di limitare i danni che gli animali selvatici stanno causando alla flora e alle colture endemiche.

    Finora i tentativi dei Cabildos di Gran Canaria e di Tenerife, di eradicare questi animali autorizzandone l’abbattimento, hanno incontrato la feroce opposizione dei gruppi animalisti, che considerano questa misura immorale e brutale.

    Il provvedimento potrebbe aprire una nuova polemica con le associazioni di difesa degli animali, che hanno già protestato con forza quando il Cabildo di Tenerife ha cercato di eliminare le capre di Anaga e Teno, per il caos che provocano alle specie vegetali autoctone, oltre che all’agricoltura.

    Il tumulto è stato tale che il Cabildo di Tenerife ha deciso di sospendere le uccisioni previste e di utilizzare, per il momento, delle trappole dette apañadas, per cui questi animali vengono catturati vivi.

    Il Consiglio di Transizione Ecologica, presieduto dal socialista José Antonio Valbuena, spiega che si sta cercando di affrontare questo problema, in collaborazione con i consigli comunali e con altri settori della stessa amministrazione regionale, come l’agricoltura e la sanità, attraverso una proposta di decreto che sarà presentata al Consiglio direttivo nei prossimi mesi.

    Questo decreto stabilisce le condizioni in cui il problema può essere affrontato a breve e medio termine, sia da parte delle amministrazioni che da parte dei singoli in coordinamento con il Governo delle Canarie.

    Gruppi ambientalisti come l’ATAN e i biologi universitari, le associazioni di quartiere di Anaga, così come i tecnici della pubblica amministrazione, tra gli altri, sono a favore all’abbattimento delle capre.

    La Rete di solidarietà delle Canarie contro gli abusi sugli animali, l’associazione veterinaria Avatma, la piattaforma 29E delle associazioni di quartiere e persino la Federazione delle associazioni dei genitori degli studenti di Tenerife, Fitapa, tra gli altri, sono contrari.

    I detrattori dell’uccisione delle capre sostengono che si tratta di un metodo immorale e crudele.

    Curbelo può, però, menzionare il caso di La Gomera, dove si eliminano capre e pecore per proteggere la flora di un’isola che ospita una foresta Patrimonio dell’Umanità.

    Infatti, il politico di La Gomera, in qualità di portavoce del suo partito nel Parlamento delle Canarie, ha difeso la necessità di promuovere azioni per controllare i danni causati dagli animali selvatici nell’ambiente naturale ed ha espresso la sua preoccupazione per questa condizione, poiché, a suo parere, il danno causato da queste specie è irreparabile.

    Il parlamentare ha spiegato che questo problema è diventato più grave a causa della siccità, poiché questi animali lasciano le zone costiere e salgono verso altre zone con più vegetazione, avvicinandosi a zone confinanti con i parchi nazionali, come nel caso di La Gomera.

    Ogni anno a La Gomera vengono abbattuti circa 1.500 capi di bestiame, ma il tasso di riproduzione è molto più alto, perché gli oltre 5.000 animali selvatici continuano ad aumentare.

    Il consiglio ambientale del governo delle Canarie afferma che l’effetto deleterio sulla vegetazione spontanea locale è evidente, e nel caso de La Gomera ancora di più.

    La situazione più grave è probabilmente quella di Helianthemum aganae, un endemismo gomerano conosciuto solo dai Riscos de Galión (Alojera), che è stato descritto nel 2003 con una popolazione di circa 60 esemplari, e nel 2005 solo 13 sono stati contati a causa delle piogge torrenziali e dell’effetto del bestiame.

    L’alterazione causata dal bestiame ha distrutto l’habitat della specie a tal punto che dal 2006 non sono stati più individuati esemplari, quindi attualmente in natura non ci sono piante note.

    Curbelo ha aggiunto che è indispensabile cercare altri strumenti per controllare questo problema che riguarda tutte le Isole, tenendo conto, anche, delle sensibilità dei gruppi animalisti.

    Ángel Víctor Torres, presidente delle Canarie, ha riconosciuto che è un problema che si aggrava con l’abbandono delle campagne, e che mette a rischio la flora e la fauna autoctone.

    Per questo motivo, ha chiesto ai gruppi di animalisti di capire che la presenza della capra selvatica è, ad esempio, un rischio per la lucertola gigante delle Canarie.

    A suo parere bisogna legiferare per preservare i magnifici ecosistemi delle Isole e lottare contro la proliferazione di capre e altri animali selvatici dannosi.

    Franco Leonardi

     

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