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    A Fasnia i terreni per il primo centro di biomassa nelle Isole Canarie

    Il Cabildo sta negoziando 3,5 milioni di euro dal governo regionale per completare un progetto pionieristico nelle Isole, che prevede di proteggere le montagne e generare energia dai residui forestali.

    Il primo centro logistico delle Isole Canarie per la produzione di energia rinnovabile da residui forestali dispone già di terreni di proprietà pubblica a Fasnia.

    Sarà il terreno del Centro Ambientale di Las Eres ad ospitare questo progetto, dopo aver superato tutti i filtri amministrativi che hanno bloccato la costruzione per quasi un decennio.

    Il Ministro della Gestione Ambientale e della Sicurezza del Consiglio Insulare di Tenerife, Isabel García ha dichiarato che la trattativa con il Governo delle Canarie per il trasferimento di 3,5 milioni di euro necessari per la sua esecuzione è in fase avanzata.

    Avere energia pulita da biomasse non solo è tra le priorità del Ministro per proteggere l’ambiente naturale, ma anche tra i valori sostenibili che la nuova compagine governativa vuole promuovere.

    Il Centro Logistico dei Resti Forestali di Trattamento dei Resti di Bosco avrà il compito prioritario di garantire la cura di oltre 10.500 ettari di pini, ripopolati tra gli anni ’50 e ’70 nella zona nord dell’Isola.

    E’ urgente proteggere il valore del pino delle Canarie, una delle uniche due specie di questo albero in grado di rinascere dopo essere stato bruciato.

    Per raggiungere questo obiettivo, i tecnici del Cabildo dovranno analizzare quei punti dove ci sono più di 1.500 alberi per ettaro, una densità incompatibile con una crescita ricca delle sostanze nutritive di cui gli alberi hanno bisogno.


    Quando è stato fatto il rimboschimento, i pini sono stati piantati molto vicini tra loro, quindi ora è necessario rimuoverne alcuni, quelli in condizioni peggiori, mentre i più vecchi e robusti verranno lasciati.

    Tra le migliaia di metri cubi di legno che la Corporazione calcola debbano essere estratti, una parte sarà utilizzata per fare mobili e per le segherie.

    I resti saranno utilizzati per produrre trucioli, che hanno un alto potere calorifico e quando vengono bruciati, vengono convertiti in biomassa o bioenergia.

    Per il Ministro questo progetto è un esempio emblematico del tipo di azioni che possono essere realizzate per combattere il cambiamento climatico, perché nello stesso momento in cui viene presentata un’alternativa ai combustibili fossili, le foreste e le pinete diventano più forti.

    Si tratta di un caso di economia circolare, perché l’energia che ne deriva è utilizzabile per il riscaldamento dell’acqua in diversi settori, come alberghi o ospedali, e, a sua volta, il profitto ritorna all’amministrazione, che può utilizzare il denaro per pagare il personale incaricato di curare e proteggere la montagna.

    Il progetto di generazione di energia con le biomasse, negli ultimi, anni ha ricevuto sostegno economico dal Cabildo, anche se il suo impulso definitivo non è mai stato sovvenzionato.

    Anche se la maggior parte degli hotel delle Isole Canarie dispone di caldaie a biomassa, l’Arcipelago non dispone ancora di un impianto specializzato nell’estrazione del truciolato per questo scopo.

    Finora, le pinete delle Canarie venivano utilizzate da persone che raccolgono gli aghi di pino, mentre con la pianta si aggiunge un processo verticale di cura dell’ambiente naturale.

    In nessun caso finora si era considerato di raccogliere la legna per alimentare le caldaie di tutti gli alberghi dell’isola, ma solo di dare priorità alla protezione della massa forestale.

    Ricordiamo l’esempio dell’Austria, un paese dove ci sono zone in cui il 90% dell’energia consumata proviene dalla biomassa, e inoltre l’energia dalle biomasse è redditizia e potrebbe avere riscontro nel settore turistico dell’isola.

    Vista la crescente preoccupazione dei turisti per il cambiamento climatico, potrebbe essere nell’interesse degli alberghi offrire un servizio sempre più sostenibile che si adatti a questa nuova sensibilità.

    Il regolamento sugli impianti termici negli edifici (RITE) vieta il riscaldamento delle piscine all’aperto con combustibili fossili, costringendo alla ricerca di alternative come l’energia solare, la geotermia o le biomasse.

    Peraltro, lo scorso agosto, gruppi ecologici hanno denunciato alla stampa il mancato rispetto del RITE negli alberghi delle Canarie, in quanto hanno rilevato l’uso di combustibili fossili per riscaldare le piscine all’aperto, una situazione che potrebbe portare a multe fino a cento milioni di euro.

    Claudia Di Tomassi

     

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