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    Il convento sepolto dalla lava a Garachico

    I BIC (Beni di interesse culturale) sono classificati in 13 categorie a seconda delle loro caratteristiche e possono provenire da zone archeologiche, monumenti o zone storiche.

    Una buona ragione per fare una passeggiata a Garachico è quella di visitare l’Antico Convento Francescano di Nuestra Señora de los Angeles e i suoi tesori.

    Il grande complesso conventuale situato nell’emblematico comune di Garachico a Tenerife è stato dichiarato B.I.C solo cinque anni fa.

    Si trova nel centro della città ed è circondata da alcuni degli edifici civili più rappresentativi del tessuto urbano, come La Casa de los Marqueses de Adeje e la Quinta Roja.

    Ha origine nella cessione da parte di Cristobal de Ponte all’ordine francescano di alcune terre di sua proprietà dove fu costruito un eremo dedicato alla Madonna degli Angeli.

    È organizzato secondo l’architettura tipica dei conventi dell’Arcipelago, e sorge su un podio a cui si accede tramite una scalinata.

    Cristóbal de Ponte decise di fondare un convento francescano nel 1524, dove prima c’era un eremo di Nostra Signora degli Angeli, costruito da lui stesso nel 1502.

    Lo promosse con lo scopo di utilizzarlo come pantheon familiare e lo finanziò, oltre a fornire ai frati abiti e oggetti sacri per il culto.


    Suo figlio, Pedro de Ponte, si occupò di terminare l’opera, spendendo ingenti somme di denaro per la parte superiore della cappella maggiore e per la pala d’altare.

    Ne fece uno dei più grandi conventi delle Canarie e il più antico dei cinque conventi che Garachico possiede.

    Foto di Cristiano Collina

    Il convento fu colpito dall’eruzione del 1706.

    Il quartiere di Morales, a una sola strada di distanza, venne completamente sepolto dalla lava come pure una parte del convento e della chiesa, il resto fu distrutto dal fuoco.

    Sia le pale d’altare che il monumento funebre in marmo che rappresenta il fondatore e sua moglie scomparvero nell’incendio.

    La maggior parte dei dipinti venne distrutta, solo alcune le immagini furono salvate.

    L’edificio venne rapidamente ricostruito utilizzando tutti i possibili elementi della struttura precedente.

    Nella pianta della città redatta dall’ingegnere militare Antonio Riviere (1741) appare già l’attuale configurazione di doppio chiostro e chiesa annessa al lato nord.

    Nel 1822 il convento fu donato al consiglio comunale, ospitando il municipio, il carcere pubblico e una scuola elementare, ed entrando, poi, in una fase di notevole degrado.

    Si dovrà aspettare fino al 1980 per un meticoloso restauro che lo trasformerà nella Casa della Cultura, le cui sale sono attualmente utilizzate per mostre temporanee.

    La biblioteca, inclusa dal Cabildo nel Piano Bibliotecario dell’Isola, è stata trasferita in una stanza più grande all’interno dei locali.

    Un’altra sala adiacente, al piano superiore, ospita l’Archivio Comunale, mentre una delle sale della galleria inferiore è adibita a sala conferenze.

    Dopo il restauro dovuto all’eruzione del Teide, erano stati recuperati anche i chiostri in legno intorno a due cortili gemelli e un altro più grande per un frutteto realizzati con un raffinato lavoro di doccioni e colonne.

    La facciata corrispondente al Municipio mostra influenze neoclassiche, essendo stata profondamente riformata al suo interno.

    La chiesa ha una pianta a croce latina e una navata unica, con due cappelle laterali.

    La cappella principale è coperta da un soffitto a cassettoni mudéjar, mentre la navata centrale è coperta da un tetto di legno a forma di trogolo con quattro spioventi.

    Come cappella laterale, ma di straordinario sviluppo – quasi una seconda navata -, la cappella de la Vera Cruz fu costruita all’inizio del XVII secolo dall’omonima confraternita e ospita numerose immagini appartenenti alla famosa scuola di Andújar.

    Claudia Di Tomassi

     

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