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    Le città di Tenerife: La Laguna

    Foto di Cristiano Collina

    San Cristóbal de la Laguna fu fondata nel 1497 per i conquistadores.

    Il nome di La Laguna si riferisce a un piccolo lago o una grande laguna che esisteva un tempo nella zona.

    In effetti, oltre al clima umido e alla sua posizione al centro per proteggersi dai pirati, uno dei motivi per designare la capitale della città era che aveva al suo attivo quel grande serbatoio naturale, che sarebbe stato usato per uso umano.

    La sua presenza risponde al fatto che si trovava in una cavità in cui l’acqua ricevuta dagli affluenti dei burroni non riusciva a penetrare a causa di materiali sotterranei, che hanno portato, nel corso di migliaia di anni, a una grande zona umida che era favorita dalla presenza di una grande vegetazione circostante.

    La laguna stava gradualmente diminuendo di dimensioni.

    Era usata sia come pozzo per le specie animali, come consumo per la popolazione e come approvvigionamento idrico per le coltivazioni.

    Nonostante ciò e la crescita urbana, la laguna rimase ben presente fino a quando nel diciannovesimo secolo (precisamente nel 1837) ebbe luogo un lavoro di ingegneria che portò all’apertura del canale di drenaggio del lago.

    La Laguna è sempre stata un comune con una grande tradizione agricola, infatti, sin dal XVI secolo, quando la capitale dell’isola fu designata dai castigliani, uno degli argomenti che furono usati per iniziare a popolarla era la ricchezza dei suoi terreni e la presenza di un’umidità che consentirebbe di coltivare prodotti agricoli.


    Da quel momento fino ad oggi, il comune ha sviluppato un’attività agro-zootecnica che si riflette nel suo variegato paesaggio agricolo.

    Questo marcato carattere rurale, che è sempre stato presente a La Laguna, è anche un fattore fondamentale nella storia economica del comune.

    L’attività agricola ha comportato un reddito economico significativo nel corso della storia, a causa dell’ampia gamma di prodotti coltivati ​​e della loro commercializzazione nel mercato insulare.

    Per quanto riguarda il bestiame, è ancora ben presente, anche se con meno vitalità rispetto a prima.

    Nell’ultimo censimento, La Laguna era nelle prime posizioni dell’Arcipelago in termini di capi di bestiame totale e numero di allevamenti.

    Sottolineano principalmente quelli degli uccelli, quelli delle mucche e quelli delle capre.

    Nel dicembre 1999, il centro storico di La Laguna è stato dichiarato dall’UNESCO, patrimonio mondiale dell’umanità.

    Questo riconoscimento ha la sua ragion d’essere nel valore universale ed eccezionale che aveva la concezione del suo piano urbano, che fu eretto come modello di città impiantato dagli spagnoli nelle colonie americane, è più, è il primo modello di città Coloniale non fortificato.

    Nelle sue origini fu applicato il progetto di città ideale definito da Platone e dal nuovo umanesimo rinascimentale.

    La città ha seguito la disposizione geometrica di una rosa dei venti, è ordinata da un centro da cui 8 raggi o uscite sono partiti in un perimetro circolare, in una disposizione di 30º ciascuno.

    Le cappelle esterne (gli dei protettori di Platone), anch’esse situate in un’altra circonferenza maggiore, sorvegliavano la città.

    Attraverso questo piano, l’Adelantado voleva segnare le sue linee guida, stabilire l’ordine politico e garantire una buona convivenza.

    La leggenda dei due fratelli

    Alla fine del percorso che va dal villaggio di Chinamada a Punta del Hidalgo, c’è un’enorme roccia che appare spezzata a metà.

    Si chiama Roque de los Dos Hermanos perché, come afferma la triste leggenda, due fratelli guanches che si amavano di nascosto si lanciarono dall’alto per terminare la loro vita in acqua, a causa dell’impossibilità del suo amore.

    Dicono che a causa della tristezza, la roccia si divise in due, lasciando la testimonianza di quell’atto, come ricordo indelebile di una relazione che non poteva finire nel migliore dei modi.

    Paradiso terrestre

    Come è noto, per molti secoli si credeva che le Isole Canarie fossero in realtà il Giardino delle Esperidi descritto nella letteratura classica e, in effetti, molti dei nuovi coloni spagnoli, dopo la conquista, credevano avere trovato qui il paradiso terrestre.

    In una società così superstiziosa e dipendente dalla chiesa, molti miti e leggende si mescolavano e si pensava, anche da persone istruite, che a Tenerife fossero i resti del continente Atlantide, descritti da Platone.

    Altri hanno memorizzato le profezie di alcuni profeti dell’Antico Testamento che promettevano una terra paradisiaca, un rifugio nell’ovest, dove si trovava La Laguna.

    In questa terra c’erano numerosi animali e esemplari di alberi che non si vedevano in Europa.

    La famosa opera di Hieronymus Bosch intitolata “Il giardino delle delizie terrene”, (1503 e 1515), pittura che rappresenta il paradiso (terrestre), in cui si può scoprire una sorpresa.

    Sul lato sinistro, tra molte creature esotiche, appare un drago canario.

    Probabilmente, e influenzato anche dall’opinione dei Guanches, convinti delle qualità magiche e curative delle foglie e del “sangue” dell’albero del drago, alcuni immigrati spagnoli pensarono di riconoscere in quel vegetale unico e unico il cui aspetto è così diverso di tutti gli alberi conosciuti in Europa, l’albero della vita menzionato nell’Apocalisse di San Giovanni quando descrive il paradiso dopo il Giudizio Universale.

    E infatti, sia nella Plaza della Cattedrale di La Laguna, come nella Plaza del Adelantado e in altre piazze della capitale culturale delle Isole Canarie, una copia di quell’esotico “albero della vita” domina lo spazio, sebbene questo Il credo è sbiadito nel tempo.

    Personaggi di La Laguna: Il pirata Amaro Pargo e il suo rapporto con suor María de Jesús

    Uno dei personaggi più interessanti di La Laguna è il pirata Amargo Pargo (in relazione al pesce con cui è stato paragonato e che ha ammirato così tanto per la sua libertà nel mare) che nacque il 3 maggio 1678 a La Laguna e morì 4 ottobre 1747 all’età di 69 anni.

    Sono noti molti dati di lui, che ha avuto un figlio con un cubano che ha incontrato in uno dei suoi numerosi viaggi di saccheggio e di lavoro, che ha vissuto lunghi periodi al largo dell’isola, che ha ucciso, rubato e contrabbandato.

    Si dice che fosse capitano di quattro navi e che abbia avuto una grande fortuna grazie ai suoi rapporti commerciali e ai suoi approcci ad altre navi, un fatto che gli ha permesso di avere grandi proprietà, tra le quali c’erano quattro case nella città di La Laguna.

    Ma forse uno degli aspetti più interessanti della sua vita è che nel corso degli anni è diventato una persona sempre più devota e generosa e più interessato a porre fine alla povertà (ha donato buona parte della sua fortuna a bambini orfani).

    La leggenda narra che tutto questo cambiamento nel comportamento sia stato motivato dall’intima relazione che ebbe con la suora Suor Maria de Jesus ‘la Siervita’, che era la sua confessore personale, che rispettava e ammirava come amica e santa .

    Esistono dati storici che affermano che nel corso degli anni le sue visite alla sua consigliere e amica sono state sempre più frequenti, al punto che non ha avviato alcuna attività senza aver ottenuto in precedenza la sua approvazione.

    Allo stesso modo, si era avvicinato alla città, allontanandosi ulteriormente dal mare, al punto da intervenire nella vita pubblica e in incontri decisivi non come capitano ma come cittadino.

    Non c’è dubbio che gran parte di quella devozione e quel comportamento gentile sono il risultato del loro rapporto con i religiosi.

    La morte della sua amica ebbe un impatto su Amaro, essendo incaricato di pagare il magnifico sarcofago dove sono conservati i resti di La Siervita.

    Allo stesso modo fu uno dei testimoni dell’incorruttibilità del corpo della suora quando un tentativo di muovere il corpo ebbe luogo nel convento.

    Suor Maria de Jesus, la suora incorrotta

    Suor Maria de Jesús è una delle figure più impressionanti nella storia del comune lagunare, poiché potrebbe diventare una santa.

    Nata a Sauzal nel 1647 e morta a 87 anni, la vita della religiosa è piena di miracoli e cure per i malati, anche con diversi episodi premonitori, insieme a un curioso sogno dopo il quale ha sviluppato uno stigma sul lato e una più che possibile bilocazione testimoniata dal famoso corsaro Amaro Pargo, oltre ad alcuni scritti mistici studiati dai suoi biografi e custoditi dalle suore.

    A dispetto di aver dato episodi di apparenza soprannaturale di per sé significativi, questi non avrebbero potuto trascendere se non fosse stato quello di convergere con quello dell’incorruttibilità del suo corpo, scoperto tre anni dopo essere stato sepolto.

    I testi dicono che poco prima della sua morte cadde in estasi, mantenendo il battito cardiaco e le pupille chiari per più di 24 ore, emanando sangue fluido durante il taglio e un liquido trasparente che mantenne la sua fragranza di gelsomino fino a diversi anni dopo.

    Nel gennaio dell’anno 1734, quando i resti furono spostati, si scoprì che era rimasto intatto, con gli abiti inzuppati, flessibili, con il suo colore naturale, dando la circostanza persino che un pezzo di carne che portasse un religioso conservato in un medaglione sembrava essere cresciuto inspiegabilmente.

    Ogni 15 febbraio, data della morte della suora, le porte del convento si aprono per mostrare questo grande miracolo. Migliaia di persone, la maggior parte fedeli credenti, sfilano a pochi metri dal colorato sarcofago in cui è conservato il corpo incorrotto della suora Suor Maria de Jesus.

    Una copertura di vetro ti permette di contemplare il corpo della religiosa vestita nelle sue abitudini, esponendo le sue mani e una faccia attraverso la quale il tempo sembra non essere passato.

    La Laguna è riuscita a combinare sua faccia storica con nuove attività di servizio.

    È senza dubbio un buon esempio di “Nuova Vecchia Città”, un motto che è stato utilizzato dai primi anni ’90 per caratterizzare la sua peculiare e ricca integrazione di patrimonio, cultura e attività socio-economica.

    Il suo status di città universitaria, che non ha smesso di crescere negli ultimi decenni del ventesimo secolo recentemente concluso, conferisce alla città e ai suoi immediati dintorni un’ulteriore popolazione temporanea composta da diverse migliaia di studenti nei suoi diversi campus.

    Maria Elisa Ursino

     

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