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    La italo-canaria CATALINA LERCARO

    Passeggiando per la città di San Cristóbal de la Laguna arriviamo al Museo di Storia e Antropologia, aperto nel dicembre 1993.

    Questo progetto è nato con la vocazione di sviluppare un’opera di diffusione dell’evoluzione storica dell’isola di Tenerife, offrendo una visione generale dello sviluppo istituzionale, sociale, economico e culturale dell’isola tra il XV e il XX secolo.

    Una leggenda ci racconta che in quel luogo, al tempo un palazzo familiare (XVI sec.), viveva una famiglia di ricchi coloni genovesi di nome Lercaro.

    Era una famiglia di mercanti che arrivò a Tenerife dopo la conquista dell’isola. I suoi componenti erano Francisco Lercaro de León, sua moglie Catalina Justiniani e Justiniani e la sua giovane figlia Catalina.

    I Lercaro erano una famiglia benestante e ben posizionata e, come ogni famiglia che proveniva da fuori le isole, erano persone di standard molto severi, quindi il padre costrinse Catalina a sposarsi molto giovane con un altro ricco capitano dell’isola, un uomo molto vecchio e noto per il suo dispotismo e il commercio nella vendita di schiavi.

    Francisco Lercaro, il padre come ogni buon padre dell’epoca, desiderava sposare sua figlia in tenera età per due motivi, il primo perché aveva ricevuto una dote milionaria che avrebbe gonfiato ulteriormente le sue casse del tesoro e il secondo perché le impediva di essere single e perdere quella dote.

    Quindi, per ottenere più ricchezza, il padre di Catalina aveva organizzato i preparativi per il matrimonio.

    La giovane Catalina non amava quell’uomo, gli causava disgusto, sentiva un’enorme sensazione di ribellione e dolore che le scorreva nel cuore.


    Il giorno prima del suo matrimonio, il padre si rivolse a sua figlia per ricordargli di preparare l’abito da sposa fatto su misura.

    Dopo aver parlato con suo padre nella sua stanza, Catalina affondò in una profonda depressione.

    Passò ore e ore a piangere sul letto.

    Non aprì nemmeno alla insistenza dei suoi genitori che alla fine rinunciarono ad entrare nella sua stanza.

    Tra pianto e pianto, la giovane si addormentò sul letto e quando si svegliò si rese conto che era una notte chiusa e, dal silenzio, suppose che tutti nella casa dormissero.

    Con una tristezza impossibile da descrivere, si alzò come un’anima in pena e corse a piedi nudi attraverso i lunghi corridoi di legno della sua casa cercando di fuggire ma non sapendo dove.

    Corse come uno posseduto nell’oscurità della notte e con la veste bianca sembrava più un fantasma che la bella giovane donna che era.

    Accecata dall’impotenza e dal dolore, scese le scale che conducono dalla cucina a uno dei cortili cercando di trovare una via d’uscita da casa ma i servi e suo padre avevano le chiavi della vecchia serratura molto ben custodite.

    Quindi, in un’esplosione di disperazione, decise di togliersi la vita gettandosi nel vecchio pozzo che era nel cortile. Dicono che in quel momento un silenzio triste, triste e amaro abbia preso il controllo della casa.

    Con i primi raggi di luce la casa iniziò a recuperare movimento.

    In cucina i domestici, come ogni giorno, iniziarono a preparare la colazione dei loro signori.

    Quando una delle donne incaricate della cucina scese nel patio per attingere acqua dal pozzo, notò qualcosa di strano quando gettò il secchio in profondità e dopo aver provato a guardare nel buio notò che qualcosa fluttuava sullo sfondo.

    La sua gola avrebbe urlato straziante … CATALINA RAGAZZA! … aveva riconosciuto sullo sfondo l’abito che indossava ogni giorno.

    Catalina Lercaro galleggiava a faccia in su con gli occhi che guardavano il cielo.

    Il padre corse giù, spaventato dalle urla e non sapendo cosa stesse succedendo.

    Quando raggiunse il pozzo e vide le grida dei domestici, il suo viso impallidì.

    Dopo aver negoziato diverse volte con il vescovo e dopo aver tentato senza successo di aggiustarlo con un dono succulento alla chiesa, il padre della ragazza ricevette il rifiuto della chiesa di seppellire sua figlia nel campo sacro per essere stata vittima di un suicidio.

    Dopo essere tornato a casa, decise di seppellire Catalina in uno dei cortili interni della casa stessa.

    Alcune settimane dopo i domestici cominciarono a rimbombare di aver visto delle ombre nei corridoi, di udire dei passi e di udire strani rumori.

    Questi eventi insoliti accaddero anche ai genitori di Catalina.

    Poiché la situazione nella casa era già insostenibile, decisero di cambiare il loro indirizzo a nord dell’isola e si trasferirono nella valle di La Orotava, stabilendo lì la loro nuova residenza.

    Una volta installati nella nuova casa, questi strani fenomeni non si riprodussero più in essa.

    Ma la leggenda narra anche che ancora oggi c’è chi continua a vedere Catalina vagare per la casa di Lercaro, a San Cristóbal de La Laguna.

     

    Maria Elisa Ursino

     

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