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    14 grandi incendi nelle Isole Canarie dal 2000 ad oggi

    Per numero di incendi, La Palma è l’isola che ne conta di più, ma sono Tenerife e Gran Canaria ad avere perso più ettari di verde.

    I roghi che hanno colpito e ancora potrebbero minacciare Gran Canaria hanno dimostrato quanto le Isole siano vulnerabili e quanto siano necessarie misure preventive.

    Solo a Tenerife nei giorni scorsi sono stati controllati diversi focolai che, grazie alla velocità con cui ha agito il sistema antincendio, non si sono diffusi, ma non sempre è andata così.

    Negli ultimi 20 anni, secondo i dati dell’Istituto statistico delle Isole Canarie (ISTAC) e del Ministero della transizione ecologica, le Isole Canarie hanno subìto più di 1.700 incendi.

    Incendi come quelli dello scorso agosto a Gran Canaria, che è stato catalogato tra i “grandi incendi”, si sono verificati in 14 occasioni, comprese le ultime due a Gran Canaria.

    Un grande incendio boschivo è quello che brucia più di 500 ettari.

    Dei 14 incendi, 10 si sono verificati nella provincia di Santa Cruz de Tenerife e gli altri quattro a Gran Canaria.

    Complessivamente sono stati bruciati quasi 53.000 ettari (52.954,33), mentre l’isola con il maggior numero di incendi è La Palma.


    In particolare, sei dei 14 grandi incendi avvenuti nella Isla Bonita hanno distrutto più di 16.000 ettari di foresta.

    Tuttavia, le due isole che hanno visto gli incendi più distruttivi sono state Tenerife e Gran Canaria, nell’estate del 2007.

    Quell’anno il disastro ambientale distrusse 18.672 ettari a Gran Canaria e di altri 16.820 ettari a Tenerife.

    Su quest’ultima isola, l’incendio colpì quattro comuni: Santiago del Teide, El Tanque, Icod de los Vinos e Buenavista del Norte.

    L’origine fu dolosa anche se l’autore dell’incendio non venne mai trovato.

    Più di 2.000 persone vennero evacuate e ci vollero 17 giorni per considerarlo totalmente estinto, secondo il sito web Spagna in Fiamme.

    A Gran Canaria, l’incendio iniziò a Tejeda e rimase attivo per 29 giorni.

    Un agente forestale venne arrestato e accusato di averlo provocato.

    Più di 4.000 persone furono allontanate dai quattro comuni.

    Secondo i dati raccolti da Istac, nel 2000, La Palma ha registrato uno dei maggiori incendi degli ultimi due decenni analizzati.

    Bruciarono 3.912 ettari di foresta a cui si aggiunsero altri 2.000 ettari di macchia e colture agricole.

    Il fuoco iniziò a Tijarafe e colpì tre comuni, rimanendo alle porte della Caldera de Taburiente.

    Dal 2000 al 2005 non si registrarono incendi di questo tipo nelle isole, ma solo episodi minori.

    Nel 2005, La Palma vide di nuovo bruciare le montagne, questa volta per un’estensione di 1.890 ettari.

    Iniziò a Garafía e ci vollero otto giorni per spegnerlo al costo di 578.000 euro.

    Solo un anno dopo fu El Hierro a subire un grande incendio che colpì 1.466 ettari.

    Iniziato a Valverde, rimase attivo per 12 giorni.

    Nel 2007 si verificarono i due grandi incendi già citati di Tenerife e Gran Canaria, mentre il 2008 fu un anno senza grandi incendi.

    Nel 2009, La Palma bruciò di nuovo, questa volta con 3.463 ettari.

    L’incendio partì da Villa de Mazo, ci vollero 49 giorni per spegnerlo completamente e due persone rimasero ferite. La causa dell’incendio fu poi attribuita ai fuochi d’artificio delle feste patronali della città.

    Nel 2012 si registrarono quattro grandi incendi, due a La Palma, uno a La Gomera e un altro a Tenerife.

    Solo in quell’anno vennero bruciati 11.968 ettari.

    A La Palma un falò spento male causò l’incendio che distrusse 752 ettari nella località di El Paso.

    Fu dichiarato completamente spento 53 giorni dopo.

    Solo poche settimane dopo si verificò un altro episodio nel comune di Villa de Mazo, che bruciò 2.028 ettari in nove giorni di attività.

    I costi di spegnimento di questi due incendi superarono il milione di euro.

    A Tenerife l’incendio colpì il sud dell’isola, in particolare Adeje.

    Ci vollero oltre 100 giorni per estinguere le fiamme che distrussero più di 6.500 ettari.

    A La Gomera bruciarono 6.276 ettari e passarono quasi 3 mesi prima che l’incendio potesse essere considerato completamente estinto.

    Le statistiche saltano al 2016 quando un incendio colpì ancora una volta Gran Canaria.

    A El Paso andarono in cenere 4.793 ettari, con più di 4.000 sfollati.

    Venne accusato un giovane tedesco che aveva bruciato della carta igienica dopo averla usata nel bosco.

    Un ufficiale forestale rimase ucciso nell’incendio e una brigata venne ferita.

    Un anno dopo, a Tejeda bruciarono con 1.793 ettari e in quell’occasione, un residente della zona perse la vita.

    Purtroppo a questo elenco bisogna aggiungere i due nuovi grandi incendi che di recente hanno colpito Gran Canaria e che hanno mandato in fumo oltre 11.500 ettari.

    L’allarme per il rischio di incendio è ancora attivo e la prudenza è d’obbligo.

    Secondo i dati forniti da Istac, degli oltre 1.700 incendi di ogni tipo che si sono verificati nell’Arcipelago negli ultimi due decenni, la maggior parte delle volte le cause sono di origine sconosciuta.

    In parte gli incendi sono scoppiati per negligenza o per incidenti che sono la seconda causa dei roghi nelle isole.

    La terza causa più frequente, secondo Istac, è il dolo, rintracciato per 430 volte nelle statistiche elaborate dall’Istituto.

    Claudia Di Tomassi

     

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